Media turba obsidum mulier magno natu, Mandoni uxor, qui frater Indibilis reguli erant, flens ad pedes imperatoris procubuit, obtestarique coepit, ut curam cultumque feminarum impensius custodi bus commendaret.
Cum Scipio: “nihil profecto defuturum” iis profecto diceret, tum rursus mulier: "Haud magnifacimus; - inquit - quid enim huic fortunae non satis est? Alia me cura aetatem harum intuentem (nam ipsa iam extra periculum iniuriae muliebris sum), stimulat.
Aetate et forma florentes circa erant Indibilis filiae, aliaeque nobilitate pari, quae omnes eam pro parente colebant. Tum Scipio: “Meae populique Romani disciplinae causae facerem –inquit- ne quid, quod sanctum usquam esset, apud nos violaretur”.
Nell'incerta folla di ostaggi una donna, la più anziana, moglie di Mandone, che era il fratello del principe Indibile, si inchinò piangente ai piedi dell'imperatore e cominciò a supplicare, affinchè raccomandasse più vivamente l'attenzione e l'educazione delle donne ai guardiani. Quando Scipione disse: " Per nulla sarà trascurato", allora nuovamente la donna:"Non ci curiamo molto di ciò - disse - perchè, dunque, per la situazione in cui ci troviamo non è sufficiente? Un'altra preoccupazine mi opprime, osservo l'età di quelle (infatti ormai io stessa sono fuori pericolo dell'offesa che può subire una donna). Fiorenti circa l'età e la bellezza erano le figlie di Indibile; e le altre pari per nobiltà, che tutte la corteggiavano per la parentela. Allora Scipione disse: "Avrei agito così per la mia educazione e per il popolo romano, affinchè presso di noi non fosse violato, ciò che è sacro in qualsiasi altro luogo".