RITRATTO DI CATILINA II Versione latino Cicerone

Messaggioda PICIFRITTI » 12 nov 2010, 15:16

per favore mi servirebbe questa versione di latino
"RITRATTO DI CATILINA(II)" (Cicerone)
inizio: habuit enim permulta maximarum non espressa signa sed adumbrata virtutum.
fine : tum etiam multos fortis viros et bonos specie quadam virtutis adsimulatae tenebat

grazie

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Messaggioda giada » 13 nov 2010, 10:56

Habuit enim ille, permulta maximarum non expressa signa, sed adumbrata linea menta virtutum. Utebatur hominibus improbis multis; et quidem optimis se viris deditum esse simulabat. Erant apud illum illecebrae libidinum multae; erant etiam industriae quidam stimuli ac laboris. Flagrabant vitia libidinis apud illum; vigebant etiam studia rei militaris. Neque ego umquam fuisse tale monstrum in terris ullum puto, tam ex contrarus diversisque et inter se pugnantibus naturae studiis cupiditatibusque conflatum.
Quis clarioribus viris quodam tempore iucundior, quis turpioribus coniunctior? quis civis meliorum partium aliquando, quis taetrior hostis huic civitati? quis in voluptatibus inquinatior, quis in laboribus patientior? quis in rapacitate avarior, quis in largitione effusior? Illa vero, iudices, in illo homine mirabilia fuerunt, comprehendere multos amicitia, tueri obsequio, cum omnibus communicare, quod habebat, servire temporibus suorum omnium pecunia, gratia, labore corporis, scelere etiam, si opus esset, et audacia, versare suam naturam et regere ad tempus atque huc et illuc torquere ac flectere, cum tristibus severe, cum remissis iucunde, cum senibus graviter, cum iuventute comiter, cum facinerosis audaciter, cum libidinosis luxuriose vivere.
Hac ille tam varia multiplicique natura cum omnes omnibus ex terris homines improbos audacesque collegerat, tum etiam multos fortes viros et bonos specie quadam virtutis assimulatae tenebat


Lui ebbe moltissimi segni, non espressi ma adombrati, di preclare doti. Si valeva bensì di molti uomini spregevoli; ma fingeva devozione ai migliori. Le seduzioni del vizio operavano largamente su di lui, ma insieme lo pungevano gli stimoli dell'attività del lavoro. Ardevano in lui gli istinti lascivi; ma era pur vivo l'amore per la vita militare. lo non credo che sia mai apparso un così straordinario esemplare di confuso miscuglio di tendenze e passioni tra loro diverse e avverse e contrastanti.
Chi più di lui gradito, a un certo tempo, agli uomini più egregi, e chi più stretto ai peggiori? Quale miglior cittadino di lui, in un dato momento, e quale più orribile nemico della città? Chi più immerso nei piaceri, e più tollerante delle fatiche? Più avido nel carpire, e più prodigo nel donare? Meraviglioso veramente in lui, o giudici, il conquistare molti alla propria amicizia, il conservarli col rispetto, il mettere il suo in comune con tutti, il soccorrere nel bisogno gli amici col denaro, col credito, col sacrificio personale, col delitto stesso, ove fosse necessario, o con l'audacia, il mutare e rimutare l'indole propria, e torcerla e piegarla or di qua or di là, il vivere austeramente con le persone gravi, lietamente cogli spensierati, serio coi vecchi, cameratesco coi giovani, sfrontato coi facinorosi, lussurioso coi corrotti.
Con una così varia e multiforme natura, come aveva raccolto intorno a sè da ogni dove ogni disperata canaglia, così teneva nelle sue fila molte persone diritte e probe merci l'apparenza di una finta virtù;

giada

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Messaggioda PICIFRITTI » 13 nov 2010, 11:06

mi dispice non so il titolo del libro perchè è una fotocopia

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