VERSIONE LATINO LIVIO Morte di Cicerone

Messaggioda PICIFRITTI » 16 nov 2010, 15:00

Per favore mi servirebbe questa versione di latino
MORTE DI CICERONE (LIVIO) (è una fotocopia)
INIZIO M.Cicero sub aventu triumvirorum cesserat urbe, pro certo habens id quod erat, non magis Antonio eripi se quam Caesari Cassium et Brutum posse.
fine vix attollentesprae lacrimis oculos homines intueri trucidata membra eius poterant

grazie

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Messaggioda giada » 16 nov 2010, 15:08

ricavala da queste 2 bye


M. Cicero sub adventum triumvirorum urbe cesserat pro certo habens, id quod erat, non magis se Antonio eripi quam Caesari Cassium et Brutum posse; primo in Tusculanum fugerat; inde transversis itineribus in Formianum, a Caieta navem conscensurus, proficiscitur. Unde aliquoties in altum provectum, cum modo venti adversi retulissent, modo ipse iactationem navis caeco volvente fluctu pati non posset, taedium tandem eum et fugae et vitae cepit, regressusque ad superiorem villam, quae paulo plus mille passibus a mari abest, "Moriar" inquit "in patria saepe servata". Satis constat servos fortiter fideliterque paratos fuisse ad dimicandum; ipsum deponi lecticam et quietos pati, quod sors iniqua cogeret, iussisse. Prominenti ex lectica praebentique inmotam cervicem caput praecisum est. Nec satis stolidae crudelitati militum fuit; manus quoque, scripsisse in Antonium aliquid exprobrantes, praeciderunt. Ita relatum caput ad Antonium iussuque eius inter duas manus in rostris positum


Marco Cicerone all’arrivo dei tribuni si era allontanato dalla città, sapendo per certo, cosa che era (vera), che non si poteva sottrarre ad Antonio più di quanto Cassio e Bruto si potessero (sottrarre) a Cesare . In un primo tempo era fuggito nella villa di Tusculo; di là, per vie traverse, parte per la villa di Formia, con l’intenzione di imbarcarsi da Gaeta. E dopo che, preso il largo di là parecchie volte, ora i venti contrari lo avevano riportato indietro, ora non poteva egli stesso sopportare il rollìo della nave in balia del mare agitato1, lo prese infine il tedio della fuga e della vita, e ritornato alla villa precedente, che dista dal mare poco più di mille passi (= un miglio), disse: "Morirò nella patria spesso salvata (da me)". È noto che i suoi servi erano pronti a combattere coraggiosamente e fedelmente; (ma) egli ordinò di deporre la lettiga e di sopportare tranquilli ciò a cui l’iniqua sorte lo costringeva. A lui che si sporgeva dalla lettiga e che offriva il collo immobile fu tagliata la testa. Né (questo) fu abbastanza per la stolta crudeltà dei soldati; gli tagliarono anche le mani, rimproverando(le) di aver scritto qualcosa contro Antonio. Così il capo (fu) portato ad Antonio e per suo ordine (fu) posto sui rostri fra le due mani.





Primo in tusculanum fugerat inde transversis itineribus in formianum, ut a caieta navem conscensurus, proficiscitur. unde aliquoties in altum provectum cum modo venti adversi retulissent, modo ipse iactationem navis caeco volvente fluctu pati non posset, taedium tandem eum et fugae te vitae cepit, regressusque ad superiorem villam, qae paulo plus mille passibus a mari abest, "moriar" inquit "in patria saepe servata". satis consatat servos fortiter fideliterque paratos fuisse ad dimicandum; ipsum deponi lecticam et quietos pati, quod sors iniqua cogeret, iussisse. prominenti ex lectica praebentique inmontam cervicem caput praecisum est. nec satis stolidae crudelitatim militum fuit; manus quoque scripsisse in antonium exprobantes praeciderunt. ita relatum caput ad antonium iussusque eius inter duas manus in rostris positum, ubi ille consult, ubi saepe consularis ubi eo ipso anno adversus antonium, quanta nulla umquam humana vox, cum admiratione eloquentiae auditus fuerat vix attollents prae lacrimis oculos homines intueri trucidata membra civis poterant.

Dapprima si rifugiò nella villa di Tusculo, poi, per strade traverse, in quella di Formia con l'intenzione di imbarcarsi a Gaeta e di allontanarsi. Di qui cercò più volte di prendere il largo, ma, sia a causa dei venti avversi che lo respingevano indietro, sia a causa del rullio della nave, provocato dal caotico accavallarsi delle onde, che non riusciva a sopportare, fu colto dal desiderio di farla finita con la fuga e con la vita; fatto ritorno alla villa di prima che dista dal mare poco più di un miglio, ebbe a dire: "Che io muoia nella patria che tante volte ho salvato!". Risulta abbastanza certo che gli schiavi fossero pronti a combattere con coraggio e fedeltà ma, a quanto si dice, fu lui stesso ad ordinare di deporre la lettiga e di accettare con rassegnazione ciò che l'ingiusto destino imponeva. Si sporse dalla lettiga e offrì, ben ferma, la nuca: la testa gli fu recisa. Non fu abbastanza per la stolida crudeltà dei soldati: recisero anche le mani, per punire il fatto che avesse scritto contro Antonio. Così il capo fu portato ad Antonio e, per suo ordine, posto sui rostri tra le due mani: proprio nel luogo in cui egli aveva fatto sentire la sua voce da console e spesso come ex console! Proprio in quel luogo aveva parlato in quello stesso anno contro Antonio, e la sua eloquenza era stata tanto degna di ammirazione quanto mai era accaduto a voce umana! La gente, per le lacrime, a fatica alzava gli occhi e così poteva vedere le sue membra mozzat
e.

giada

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