da giada » 17 nov 2010, 14:41
scusa per favore mi dici da che libro l'hai presa?
Dum haec in colloquio gerentur, Caesari nuntiatum est equites Ariovisti propius accedere et ad nostros adequitare, lapides telaque in nostros conicere. Caesar loquendi finem fecit seque ad suos recepit suisque imperavit ne ullum omnino telum in hostes reicerent. Nam, etsi sine ullo periculo suorum cum hostium proelium fore videbat, tamen committendum proelium esse non putabat. Posteaquam in vulgus militum elatum est Ariovistum in colloquio arrogantia et perfidia usum esse, impetumque in nostros eius equites fecisse et ob eam rem Caesarem id colloquium diremisse, multo maior alacritas studiumque pugnandi maius exercitui nostro iniectum est. Biduo post Ariovistus ad Caesarem legatos misit: per eos Caesari nuntiabat se velle de iis rebus, quae inter eos agi coeptae neque perfectae essent, agere cum eo. Caesar sibi non loquendum esse cum Ariovisto putabat, quod pridie Germani in fide retineri non potuerant et in nostros tela coniecerant.
Mentre si svolgeva questa conversazione, a Cesare fu annunciato che la cavalleria di Ariovisto si stava avvicinando e stava cavalcando verso i nostri, lanciava sui nostri pietre e frecce. Cesare pose fine al dialogo e si ritirò presso i suoi e ordinò loro di non scagliare contro i ai nemici neppure un dardo. Infatti, benché constatasse che il combattimento dei suoi con la cavalleria dei nemici sarebbe stato senza alcun pericolo, tuttavia non pensava che si dovesse attaccare battaglia. Dopo che fra il gruppo dei soldati si seppe che Ariovisto aveva fatto uso, nel colloquio, di arroganza e perfidia, e che la sua cavalleria aveva fatto irruzione contro i nostri e che per questa ragione Cesare aveva troncato quel colloquio, fu destato nel nostro grande esercito molto più entusiasmo e desiderio di combattere. Dopo due giorni Ariovisto mandò a Cesaer degli ambasciatori: attraverso di loro annunciava a Cesare di volere trattare con lui di quelle questioni che tra loro erano iniziate ad esser discusse e non erano state concluse. Cesare pensava di non dover parlare con Ariovisto, poiché il giorno prima i Germani non avevano potuto mantenere la promessa e avevano lanciato dardi contro i nostri.