Quid aliud nos a natura petimus? Cur , si male vivimus, naturam ipsam arguimus ? Qua de(per) causa numquam contenti ea sumus ? Illa vero benigne nobiscum agit:nam hominium vita satis longa est, si illam bene adhibèmus.. Sed alium insatiabilis avaritia tenet,alium in supervacuis laboribus nimia sedulitas;alius vino madet, in alio ineritia vincit;quosdam gloriae cupido torquet, quosdam versat divitiarum certamen.Quam tandem voluptatem honestam sibi comparant homines ? Nullam !Aliis nocemus, nobis incommoda paramus et in eesdem periculis,in iisdem necessitatibus semper vivimus.Nova quaedam nonnumquam optamus,sed in eodem statu semper manemus.Quibusdam nihil placet, nihil eos movet: atque ita exigua iis est vita, quam vivunt,Vitiis et otio vitam nobis brevem efficimus;nos ipsi,igitur,in culpa sumus,non natura !
Cosa altro chiediamo alla natura? Perchè, se viviamo male, incolpiamo la stessa natura? Per quale ragione non siamo mai contenti di quella? Quella veramente si comporta bene con noi: infatti la vita degli uomini è abbastanza lunga se sappiamo usarla bene. Ma chi è preso da insaziabile avidità, chi dalle vuote occupazioni di una frenetica attività; uno è fradicio di vino, un altro languisce nell’inerzia; uno è stressato dal desiderio di gloria, chi versa nella corsa delle ricchezze. Gli uomini quale onesto desiderio preparano? Nessuno!
Danneggiamo qualcuno, a noi prepariamo cose incomode e negli stessi pericoli, nelle stesse necessità sempre viviamo. Non scegliamo mai nuove cose, ma rimaniamo sempre nella medesima condizione. Ad alcuni non piace nulla, niente li muove, e così la vita a quelli è esigua, noi stessi dunque siamo in colpa non la natura!