PRESAGIO FAVOREVOLE A TARQUINIO PRISCO Versione latino

Messaggioda ralam » 26 nov 2010, 14:58

ciao mi servirebbe urgentemente la versione di latino di tito livio "presagio favorevole a tarquinio prisco" (dal libro "in pratica e in teoria" pag. 109 n°75)
inizio:ad Ianiculum forte ventum erat...
fine:...priscum edidere nomen.

ralam

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Messaggioda giada » 26 nov 2010, 16:41

Ad Ianiculum forte ventum erat; ibi ei carpento sedenti cum uxore aquila suspensis demissa leviter alis pilleum aufert, superque carpentum cum magno clamore volitans rursus velut ministerio divinitus missa capiti apte reponit; inde sublimis abiit. Accepisse id augurium laeta dicitur Tanaquil, perita ut volgo Etrusci caelestium prodigiorum mulier. Excelsa et alta sperare complexa virum iubet: eam alitem ea regione caeli et eius dei nuntiam venisse; circa summum culmen hominis auspicium fecisse; levasse humano superpositum capiti decus ut divinitus eidem redderet. Has spes cogitationesque secum portantes urbem ingressi sunt, domicilioque ibi comparato L. Tarquinium Priscum edidere nomen


Guarda ricontrollala perchè me l'ha inviata un utente controlla bene bye


Presso il Gianicolo c'era un forte vento; Quando a lui (Lucumone) che sedeva con la moglie sedevano nella carrozza, un'aquila sospesa abbassatasi lievemente atterrò su di loro gli portò via il pileo (era un cappello usato dai romani nei giorni di festa) con le ali ;e, volteggiando sopra il carro ed emettendo versi acutissimi, come se stesse compiendo una qualche missione divina, si abbassò di nuovo e glielo ripose perfettamente sulla testa
Quindi sparì nell'alto del cielo. Tanaquil, essendo da buona etrusca donna esperta di prodigi celesti, accolse con felicità il presagio. Abbracciando il marito, lo invita a sperare grandi e sublimi cose: afferma infatti che quell'uccello che era arrivato proprio da quella parte del cielo e messaggero proprio di quel dio, avesse fatto un auspicio riguardante il punto più alto dell’uomo, che avesse levato un ornamento posto sulla testa di un uomo per restituirglielo divino. Con in mente queste speranze e ragionamenti, entrarono a Roma, dove comprarono un edificio e spacciarono alla gente il nome Tarquinio Prisco

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