da *Yole* » 11 dic 2010, 17:59
LETTERA DI PLINIO A TACITO
Autore: Plinio il giovane
Librum tuum legi et, quam diligentissime potui, adnotavi quae commutanda, quae eximenda arbitrarer. Nam et ego verum dicere adsuevi, et tu libenter audire. Neque enim ulli patientius reprehenduntur, quam qui maxime laudari merentur. Nunc a te librum meum cum adnotationibus tuis exspecto. O iucundas, o pulchras vices! Quam me delectat quod, si qua posteris cura nostri, usquequaque narrabitur qua concordia, simplicitate, fide vixerimus! Erit rarum et insigne, duos homines aetate dignitate propemodum aequales, non nullius in litteris nominis, alterum alterius studia fovisse. Equidem adulescentulus, cum iam tu fama gloriaque floreres, te sequi, tibi “longo sed proximus intervallo” et esse et haberi concupiscebam. Et erant multa clarissa ingenia; sed tu mihi (ita similitudo naturae farebat) maxime imitabilis, maxime imitandus videbaris. Quo magis gaudeo, quod si quis de studiis sermo, una nominamur, quod de te loquentibus statim occurro. Nec desunt qui utrique nostrum praeferantur.
Ho letto il tuo libro e, il più diligentemente possibile, ho segnato le cose che penso debbano essere cambiate o eliminate. Io infatti sono solito dire il vero e tu solito ascoltare volentieri la verità; e nessuno sopporta più docilmente di essere criticato di coloro che meritano le massime lodi. Ora aspetto il mio libro con le tue annotazioni: o dolce, o caro scambio! Quanto mi rallegra il fatto che, se i posteri avranno un qualche interesse per noi, si dirà in ogni circostanza con quanti vincoli di concordia, di semplicità, di affetti e di fiducia siamo vissuti! Sarà una cosa rara e degna di lode che due uomini quasi coetanei, di una qualche fama negli studi letterari ( sono costretto infatti a toglierti qualche pregio, poiché contemporaneamente parlo di me) abbiamo avuto a cuore gli studi uno dell'altro! E in verità da giovinetto, quando tu eri famoso, io desideravo seguirti, essere e essere stimato da te " a lunga distanza, ma primo". Eppure vivevano uomini di grandissima cultura, ma tu ( a tanto mi spingeva l'affinità dell'ingegno) mi sembravi esemplare e soprattutto da imitare. Quanto più ora godo del fatto che, se si parla di studiosi, siamo nominati insieme e del fatto che subito ricorro sulle labbra di chi parla di te. Nè mancano altri che siano anteposti a ciascuno di noi.