Seneca "perchè è così difficile ringraziare?"

Messaggioda kikim1994 » 27 dic 2010, 17:08

Versione di seneca dalle epistulae morales ad Lucilium
titolo: "perchè è così difficile ringraziare?"
libro: Nuovo DALLA SINTASSI AL TESTO il latino nel triennio
pag.137 n°39
inizio/fine: Quaeris, mi Lucili, quid sit quod nobis oblivionem beneficiorum acceptorum faciat...........diversitate referendam bene merentibus gratiam omnes tibi uno ore adfirmabunt.

URGENTE!!!!
grazie...

kikim1994

nuovo iscritto
nuovo iscritto
 
Risposte:

Messaggioda giada » 28 dic 2010, 9:28

Quaeris quid sit quod oblivionem nobis acceptorum faciat? cupiditas accipiendorum; cogitamus non quid inpetratum sed quid petendum sit. Abstrahunt a recto divitiae, honores, potentia et cetera quae opinione nostra cara sunt, pretio suo vilia. Nescimus aestimare res, de quibus non cum fama sed cum rerum natura deliberandum est; nihil habent ista magnificum quo mentes in se nostras trahant praeter hoc, quod mirari illa consuevimus. Non enim quia concupiscenda sunt laudantur, sed concupiscuntur quia laudata sunt, et cum singulorum error publicum fecerit, singulorum errorem facit publicus. Sed quemadmodum illa credidimus, sic et hoc eidem populo credamus, nihil esse grato animo honestius; omnes hoc urbes, omnes etiam ex barbaris regionibus gentes conclamabunt; in hoc bonis malisque conveniet. Erunt qui voluptates laudent, erunt qui labores malint; erunt qui dolorem maximum malum dicant, erunt qui ne malum quidem appellent; divitias aliquis ad summum bonum admittet, alius illas dicet malo vitae humanae repertas, nihil esse eo locupletius cui quod donet fortuna non invenit: in tanta iudiciorum diversitate referendam bene merentibus gratiam omnes tibi uno, quod aiunt, ore adfirmabunt.


Vuoi sapere che cosa ci fa dimenticare i benefici ricevuti? La smania di quelli che dobbiamo ricevere; non pensiamo a quanto abbiamo ottenuto, ma a quanto dobbiamo chiedere. Ci distolgono dalla retta via la ricchezza, gli onori, il potere e gli altri beni che riteniamo preziosi e che invece valgono poco. Non sappiamo valutare cose che vanno giudicate non in base all'opinione comune, ma in base alla natura. In esse non c'è niente di magnifico che possa attirarci tranne la nostra abitudine ad ammirarle. Non vengono apprezzate perché sono desiderabili, ma vengono desiderate perché sono apprezzate, e quando l'errore di singoli individui ha causato un errore comune, questo a sua volta causa l'errore dei singoli. Ma come abbiamo creduto in quei beni, così dobbiamo credere all'opinione comune anche in questo: non c'è niente di più bello della gratitudine; tutte le città, tutti i popoli, anche quelli barbari, lo proclameranno; su questo buoni e cattivi saranno d'accordo. Ci sarà chi loda i piaceri e chi preferisce la fatica; chi dice che il dolore è il male più grave e chi, invece, non lo chiamerà neppure un male; qualcuno giudicherà la ricchezza il bene supremo, qualche altro dirà che è stata inventata per la rovina dell'umanità, che l'uomo più ricco è quello a cui la fortuna non trova niente da dare: in tanta diversità di pareri tutti affermeranno, come si dice, all'unisono, che bisogna essere grati con i propri benefattori

giada

Site Admin
Site Admin
 

Torna a LATINO e GRECO

Copyright © 2007-2025 SkuolaSprint.it di Anna Maria Di Leo P.I.11973461004 | Tutti i diritti riservati - Vietata ogni riproduzione, anche parziale
web-site powered by many open source software and original software by Jan Janikowski 2010-2025 ©.
All trademarks, components, sourcecode and copyrights are owned by their respective owners.

release check: 2024-12-20 23:47:17 - flow version _RPTC_G1.3