MINOSSE E LA PIRATERIA SECONDO TUCIDIDE

Messaggioda Bisous » 2 gen 2011, 16:12

Ciaooo:), allora vado al sodo ;P perchè è urgente e come cè scritto nel regolamente ho già cercato su internet ma nn ho trovato niente :( quindi..
Ragazzi perfavore mi direste la versione di greco: "Minosse e la pirateria secondo tucidide"
Non riesco proprio a farla :( sono tutte le vacanze che ci provo ogni volta che ci metto la testa mi scoppia!
Grazie Baci! :D

Bisous

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Messaggioda giada » 2 gen 2011, 16:15

metti inizio e fine in greco col link che si muove qui sotto con il quale scrivere in greco è facilissimo non mettere gli accenti

metti pure l'autore e libro da cui l'hai presa

giada

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Messaggioda Bisous » 2 gen 2011, 16:35

INIZIO: Μίνως γάρ έστι ό παλαιότατος ὃς ναυτικόν εκτήσατο....
FINE: ...αισχρόν γάρ ουκ ἔφηνε τό λῃστικόν

IL LIBRO E' DI CARLO CAMPANINI E PAOLO SCAGLIETTI
GRECO 3 EDIZIONE MODULI DI LINGUA,LESSICO,CIVILTA'
ESERCIZI 2
SANSONI PER LA SCUOLA

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Messaggioda giada » 2 gen 2011, 16:49

Μίνως γὰρ παλαίτατος ὧν ἀκοῇ ἴσμεν ναυτικὸν ἐκτήσατο καὶ τῆς νῦν Ἑλληνικῆς θαλάσσης ἐπὶ πλεῖστον ἐκράτησε καὶ τῶν Κυκλάδων νήσων ἦρξέ τε καὶ οἰκιστὴς πρῶτος τῶν πλείστων ἐγένετο, Κᾶρας ἐξελάσας καὶ τοὺς ἑαυτοῦ παῖδας ἡγεμόνας ἐγκαταστήσας· τό τε λῃστικόν, ὡς εἰκός, καθῄρει ἐκ τῆς θαλάσσης ἐφ' ὅσον ἐδύνατο, τοῦ τὰς προσόδους μᾶλλον ἰέναι αὐτῷ. οἱ γὰρ Ἕλληνες τὸ πάλαι καὶ τῶν βαρβάρων οἵ τε ἐν τῇ ἠπείρῳ παραθαλάσσιοι καὶ ὅσοι νήσους εἶχον, ἐπειδὴ ἤρξαντο μᾶλλον περαιοῦσθαι ναυσὶν ἐπ' ἀλλήλους, ἐτράποντο πρὸς λῃστείαν, ἡγουμένων ἀνδρῶν οὐ τῶν ἀδυναωτάτων κέρδους τοῦ σφετέρου αὐτῶν ἕνεκα καὶ τοῖς ἀσθενέσι τροφῆς, καὶ προσπίπτοντες πόλεσιν ἀτειχίστοις καὶ κατὰ κώμας οἰκουμέναις ἥρπαζον καὶ τὸν πλεῖστον τοῦ βίου ἐντεῦθεν ἐποιοῦντο, οὐκ ἔχοντός πω αἰσχύνην τούτου τοῦ ἔργου, φέροντος δέ τι καὶ δόξης μᾶλλον· δηλοῦσι δὲ τῶν τε ἠπειρωτῶν τινὲς ἔτι καὶ νῦν, οἷς κόσμος καλῶς τοῦτο δρᾶν, καὶ οἱ παλαιοὶ τῶν ποιητῶν τὰς πύστεις τῶν καταπλεόντων πανταχοῦ ὁμοίως ἐρωτῶντες εἰ λῃσταί εἰσιν, ὡς οὔτε ὧν πυνθάνονται ἀπαξιούντων τὸ ἔργον, οἷς τε ἐπιμελὲς εἴη εἰδέναι οὐκ ὀνειδιζόντων. ἐλῄζοντο δὲ καὶ κατ' ἤπειρον ἀλλήλους. καὶ μέχρι τοῦδε πολλὰ τῆς Ἑλλάδος τῷ παλαιῷ τρόπῳ νέμεται περί τε Λοκροὺς τοὺς Ὀζόλας καὶ Αἰτωλοὺς καὶ Ἀκαρνᾶνας καὶ τὴν ταύτῃ ἤπειρον. τό τε σιδηροφορεῖσθαι τούτοις τοῖς ἠπειρώταις ἀπὸ τῆς παλαιᾶς λῃστείας ἐμμεμένηκεν· [6] πᾶσα γὰρ ἡ Ἑλλὰς ἐσιδηροφόρει διὰ τὰς ἀφάρκτους τε οἰκήσεις καὶ οὐκ ἀσφαλεῖς παρ' ἀλλήλους ἐφόδους, καὶ ξυνήθη τὴν δίαιταν μεθ' ὅπλων ἐποιήσαντο ὥσπερ οἱ βάρβαροι. σημεῖον δ' ἐστὶ ταῦτα τῆς Ἑλλάδος ἔτι οὕτω νεμόμενα τῶν ποτὲ καὶ ἐς πάντας ὁμοίων διαιτημάτων.
Ἐν τοῖς πρῶτοι δὲ Ἀθηναῖοι τόν τε σίδηρον κατέθεντο καὶ ἀνειμένῃ τῇ διαίτῃ ἐς τὸ τρυφερώτερον μετέστησαν. καὶ οἱ πρεσβύτεροι αὐτοῖς τῶν εὐδαιμόνων διὰ τὸ ἁβροδίαιτον οὐ πολὺς χρόνος ἐπειδὴ χιτῶνάς τε λινοῦς ἐπαύσαντο φοροῦντες καὶ χρυσῶν τεττίγων ἐνέρσει κρωβύλον ἀναδούμενοι τῶν ἐν τῇ κεφαλῇ τριχῶν· ἀφ' οὗ καὶ Ἰώνων τοὺς πρεσβυτέρους κατὰ τὸ ξυγγενὲς ἐπὶ πολὺ αὕτη ἡ σκευὴ κατέσχεν. μετρίᾳ δ' αὖ ἐσθῆτι καὶ ἐς τὸν νῦν τρόπον πρῶτοι Λακεδαιμόνιοι ἐχρήσαντο καὶ ἐς τὰ ἄλλα πρὸς τοὺς πολλοὺς οἱ τὰ μείζω κεκτημένοι ἰσοδίαιτοι μάλιστα κατέστησαν. ἐγυμνώθησάν τε πρῶτοι καὶ ἐς τὸ φανερὸν ἀποδύντες λίπα μετὰ τοῦ γυμνάζεσθαι ἠλείψαντο· τὸ δὲ πάλαι καὶ ἐν τῷ Ὀλυμπικῷ ἀγῶνι διαζώματα ἔχοντες περὶ τὰ αἰδοῖα οἱ ἀθληταὶ ἠγωνίζοντο, καὶ οὐ πολλὰ ἔτη ἐπειδὴ πέπαυται. ἔτι δὲ καὶ ἐν τοῖς βαρβάροις ἔστιν οἷς νῦν, καὶ μάλιστα τοῖς Ἀσιανοῖς, πυγμῆς καὶ πάλης ἆθλα τίθεται, καὶ διεζωμένοι τοῦτο δρῶσιν. πολλὰ δ' ἂν καὶ ἄλλα τις ἀποδείξειε τὸ παλαιὸν Ἑλληνικὸν ὁμοιότροπα τῷ νῦν βαρβαρικῷ διαιτώμενον.

Minosse fu il più antico, tra quanti conosciamo per tradizione orale, a procurarsi una flotta e a dominare la parte più estesa del mare detto attualmente greco. Resse le isole Cicladi e ne colonizzò per primo il maggior numero, dopo averne espulsi i Cari e avervi preposto come governatori i suoi figli. Naturalmente cercava, per quanto era in suo potere di spazzar via dalle rotte marittime la pirateria per agevolare l'afflusso dei suoi tributi. Infatti i Greci antichi e i barbari, che sul continente vivevano in località costiere, o abitavano le isole, dopo che presero con più stabilità e frequenza a trafficare tra loro per nave tendevano all'esercizio della pirateria. Li capeggiavano le personalità più in vista, per lucro privato e per reperire il cibo necessario agli individui più deboli del loro popolo. Assalivano centri sforniti di mura difensive, costituiti di villaggi sparsi e li mettevano a sacco: le loro risorse vitali provenivano essenzialmente da questa attività, che mentre non aveva ancora in sé nulla di indecoroso, costituiva piuttosto il mezzo per procurarsi una discreta rinomanza. Ne fanno fede alcune popolazioni del continente, che ancora ai nostri tempi si onorano di praticare con successo questa professione e i poeti antichi, che mettono invariabilmente in bocca ai loro eroi, in qualsiasi approdo sbarchino, la domanda: «siete pirati?»; e gli interrogati non suscitano affatto l'impressione di disprezzare un'attività simile, né pare che la giudichino indegna quelli che esigono una risposta. Anche sulla terraferma praticavano un brigantaggio reciproco. E ancora oggi, in molte terre di Grecia, la vita si svolge con queste antiquate consuetudini: nel paese dei Locri Ozoli, ad esempio, degli Etoli e degli Acarnani e nei territori circostanti. In particolare dall'antico uso della pirateria s'è inveterato in questi abitatori del continente il costume d'indossare sempre le armi. Poiché era abitudine un tempo in Grecia che tutti circolassero armati: le abitazioni non fortificate, i reciproci rapporti irti di rischi avevano imposto l'abitudine di passare la vita in armi, al modo dei barbari.
Queste terre greche, dove ancora oggi si vive con il sistema antico, sono indizio di costumanze simili in vigore un tempo e generalmente estese. Primi gli Ateniesi deposero l'uso di camminare armati: con modi di vita sciolti dal rigido tenore antico, divennero meno austeri, più delicati. Per questa preziosa raffinatezza, non è molto da che i rappresentanti più anziani delle classi facoltose hanno smesso d'indossare lunghi chitoni in lino e d'intrecciare alla sommità del capo con cicale d'oro il nodo dei capelli. Pertanto anche tra gli Ioni i più vecchi per la loro parentela con gli Ateniesi, mantennero a lungo questa moda. Furono i primi gli Spartani ad adottare un sistema di vestire misurato e semplice, moderno: anche per quanto concerne gli altri aspetti della vita i più abbienti generalmente si mantennero allo stesso livello del popolo. Gli Spartani furono anche i primi a spogliarsi e, mostrandosi nudi in pubblico, a spalmarsi con abbondanza d'olio in occasione degli esercizi ginnici. In antico invece, anche alle Olimpiadi, gli atleti gareggiavano con una cintura sui fianchi, e non è gran tempo che quest'uso si è estinto. Ancora oggi vige presso alcune genti barbare, specie in Asia, la pratica di istituire gare di pugilato e di lotta in cui gli atleti si affrontano muniti di cintura. Si potrebbe provare che anticamente in Grecia si adottava, sotto molti e svariati aspetti, un regime di vita analogo a quello dei barbari del nostro tempo.

giada

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Messaggioda Bisous » 2 gen 2011, 16:59

Grazieee mille del tuo aiuto :) ci sono piccole differenze nella traduzione greca ma le tradurrò io :D GRAZIE ANCORA DI CUORE <3 baci!!!

Bisous

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