cognita militum voluntate Ariminum cum ea legione proficiscitur ibique tribunos plebis, qui ad eum confugerant, convenit; reliquas legiones ex hibernis evocat et subsequi iubet. Eo L. Caesar adulesces venit, cuius pater Caesaris erat legatus. Is reliquo sermone confecto, cuius rei causa venrat, habere se a Pompeio ad eum privati officii mandata demonstart: velle Pompeium se Caesari purgatum, ne ea, quae rei piblicae causa egerit, in suam contumeliam vertat. Semper se rei publicae commoda privatis necessitudinibus habuisse potiora. Caesarem quoque pro sua dignitate debere et studium et iracundiam suam rei publicae dimittere neque adeo graviter irasci inimicis, ut, cum illis nocere se speret, rei publicae noceat. .
Saputa la volontà dei soldati egli va con quella legione a Rimini ed ivi incontra i tribuni della plebe, che si erano rifugiati presso di lui; richiama dai quartieri invernali le rimanenti legioni e ordina di seguirlo. Colà giunge il giovane L. Cesare, il cui padre era luogotenente di Cesare. Egli, dopo avergli riferito le comunicazioni del senato, per la qual cosa era venuto, dichiara di avere delle proposte di natura privata da parte di Pompeo per lui: che Pompeo vuole essere giustificato presso Cesare, affinché non ritenga quelle cose, che egli ha fatto per lo stato, una offesa personale. Dichiara di aver sempre considerato gli interessi dello stato al di sopra delle relazioni di amicizie e di parentela. Che anche Cesare deve, per il suo prestigio, sacrificare e l'ambizione e il proprio risentimento per il bene dello stato e non deve adirarsi violentemente coi nemici a tal punto che, sperando di danneggiarli, danneggia lo stato.