da Kost » 19 gen 2011, 14:32
LA DICHIARAZIONE DI LIBERTAì PER LA GRECIA
Testo:
Flaminio duce, Romani Macedones vicerunt apud Cynocephalas: consul Philippo , Macedonae regi, pacem regnumque concessit, Graciae vero veterem statum reddidit ut legibus suis viveret et avita libertate frueretur. Aderat Isthmiorum ludorum tempus, ad spectaculum undique Graeci convenerant, expectatione erecti de statu futuro Graeciae.Tum praeco in mediam aream processit, tubaque silentio facto, haec pronuntiavit: "Senatus populusque Romanus et Quinctius Flaminius imperator, Philippo rege Macedonibusque devictis, iubet omnes Graecia civitates liberas et immunens esse". Audita voce praeconis, magnum gaudium fuit: vix unusquisque credebat se nuntium audivisse. Alii alios intuebantur mirabundi ac increduli proximos interrogabant. Revocatus est praeco, cum omnes non solum audire sed etiam videre libertatis suae nuntium optarent; ille iterum pronuntiavit eadem. Tum tantum plausus et clamoris ortum est ut facile appareret nihil gratius esse multitudini quam libertatem.
Traduzione:
Sotto la guida di Flaminio i Romani sottomisero i Macedoni presso Cinocefale concesse a Filippo, re della macedonia, la pace e il regno, ma restituì alla Grecia l’antica posizione affinché vivesse secondo le sue leggi e godesse della libertà ereditata dagli avi. Si avvicinava il tempo dei giochi Istmici, da ogni parte i Greci erano venuti allo spettacolo, lieti nell’aspettativa dal futuro stato della Grecia. Allora l’araldo avanzò verso il centro dell’arena, e, fatto silenzio con la tuba, annunciò ad alta voce queste parole: “Il senato, il popolo Romano e il comandante Quinzio Flaminio, vinti il re Filippo e i Macedoni, comanda che tutti i cittadini nella Grecia siano liberi e esenti da tributi”. Udita la voce dell’araldo, ci fu una grande contentezza: a stento ognuno credeva a sé stesso di aver ascoltato la notizia. Si guardavano l’un l’altro meravigliati e increduli interrogavano i più vicini. Fu richiamato l’araldo in quanto tutti volevano non solo sentir dire ma anche vedere la notizia della loro libertà; egli per la seconda volta annunciò le stesse cose. Allora si levò un applauso e un clamore a tal punto da essere facilmente evidente che niente fosse più gradito che la libertà.