ho questa:
Viginti amplius auctores Graeci veteres prodidere de his observationes.Quo magis miror orbe discordi et in regna, hoc est in membra, diviso tot virs curae fuisse tam ardua inventu,inter bella praesertim et infida hospitia,piratis enim,omnium mortalium hostibus,transituros fama terrentibus ,ut hodie quaedam in suo quisque tractu ex eorum commentariis qui numquam eo accessere,verius noscat quam indigenarum scientia,nunc vero pace tam festa,tam gaudente proventu litterarum artiumque principe,omnino nihil addisci nova inquisitione,immo ne veterum quidem inventa perdisci.Non erant maiora praemia in multos dispersa fortunae magnitudine,et ista plures sine praemio alio quam posteros iuvandi eruerunt.Mores hominum senuere,non fructus, et immensa multitudo aperto,quodcumque est, mari hospitalique litorum omnium adpulsu navigat,sed lucri,non scientiae, gratia;nec reputat caeca mens et tantum avaritiae intenta ad ipsum scientia posse tutius fieri.
Fa attenzione è una traduzione molto libera
Più di una ventina di autori greci ci hanno lasciato le loro osservazion su questi
La cosa che più mi supisce è che in un mondo in preda alla discordia e diviso mi viene da dire "smembrato" in regni cose tanto difficili da investigare fossero oggetto d'attenione per tanti individui soprattutto in un tempo caratterizzato da guerre e dimore insicure con pirati e predoni nemici del genere umano che già solo per fama mettevano la paura a chi avesse l'intenzione di attraversare (il mare). Mentre oggi ognuno chiuso nella propria contrada viene a sapere pià cose dai commentari di quegli scrittori che non ci furono mai stati che non dalla preparazione e dalle informazioni degli abitanti del luogo stesso (traduzione molto molto libera)e, nelle proprie opere, per via di supposizioni appunto scientifiche, tratti e caratteristiche morfologiche di luoghi che non avevano neanche visitato, con una perizia superiore addirittura a quella degli abitanti autoctoni. e proprio in questo tempo di pace festosa sotto un principe così ben disposto a favore il progresso delle lettere delle scienze non si assiste ad alcun avanzamento nel campo della ricerca e della conoscenza], e anzi non si son studiate e comprese fino in fondo le intuizioni e le scoperte degli antichi.
Non c'erano risorse tali da far sperare in lauti guadagni , eppure molti si diedero a portare alla luce] tali (scoperte), senza alcun guadagno se non (quello) di (poter) giovare alla posterità. Sono i costumi degli uomini a declinare, e non i loro vantaggi: tant'è che) una sterminata moltitudine (di individui) naviga giovandosi in un mare ch'è ovunque aperto e di comodi punti di approdo , ma lo fa non per acquisire conoscenza ma solo a scopo di lucro. E la (loro) mente - cieca e volta solo al profitto - non arriva a pensare di poter giungere agli stessi risultati e in modo più saldo e sicuro, con l'ausilio della scienza.