ora è tutta no? Cum in his angustiis res esset, atque omnes viae ab Afranianis militibus equitibusque obsiderentur, nec pontes perfici possent, imperat militibus Caesar, ut naves faciant, cuius generis eum superioribus annis usus Britanniae docuerat. Carinae ac prima statumina ex levi materia fiebant; reliquum corpus navium viminibus contextum coriis integebatur. Has perfectas carris iunctis devehit noctu milia passuum a castris XXII militesque his navibus flumen transportat continentemque ripae collem improviso occupat. Hunc celeriter, priusquam ab adversariis sentiatur, communit. Huc legionem postea traicit atque ex utraque parte pontem instituit, biduo perficit. Ita commeatus et qui frumenti causa processerant tuto ad se recipit et rem frumentariam expedire incipit .Eodem die equitum magnam partem flumen traiecit
Qui inopinantes pabulatores et sine ullo dissipatos timore aggressi magnum numerum iumentorum atque hominum intercipiunt cohortibusque cetratis subsidio missis scienter in duas partes sese distribuunt, alii ut praedae praesidio sint, alii ut venientibus resistant atque eos propellant, unamque cohortem, quae temere ante ceteras extra aciem procurrerat, seclusam ab reliquis circumveniunt atque interficiunt incolumesque cum magna praeda eodem ponte in castra revertuntur.Dum haec ad Ilerdam geruntur, Massilienses usi L. Domitii consilio naves longas expediunt numero XVII, quarum erant XI tectae. Multa huc minora navigia addunt, ut ipsa multitudine nostra classis terreatur. Magnum numerum sagittariorum, magnum Albicorum, de quibus supra demonstratum est, imponunt atque hos praemiis pollicitationibusque incitant. Certas sibi deposcit naves Domitius atque has colonis pastoribusque, quos secum adduxerat, complet. Sic omnibus rebus instructa classe magna fiducia ad nostras naves procedunt, quibus praeerat D. Brutus. Hae ad insulam, quae est contra Massiliam, stationes obtinebant.Erat multo inferior numero navium Brutus; sed electos ex omnibus legionibus fortissimos viros, antesignanos, centuriones, Caesar ei classi attribuerat, qui sibi id muneris depoposcerant. Hi manus ferreas atque harpagones paraverant magnoque numero pilorum, tragularum reliquorumque telorum se instruxerant. Ita cognito hostium adventu suas naves ex portu educunt, cum Massiliensibus confligunt
Poiché la situazione era così difficile tutte le vie erano occupate dai soldati e dai cavalieri di Afranio e non potevano essere ricostruiti i ponti, Cesare ordina ai soldati di costruire navi simili a quelle che l’esperienza in Britannia gli aveva insegnato in anni precedenti. Le carene e la prima ossatura erano fatte di legname leggero; il restante corpo della nave era ricoperto da giunchi e pelli intrecciati. Una volta completate queste, le fa trasportare di notte, su carri accoppiati, a ventidue miglia dall’accampamento, con queste navi traghetta i soldati al di là del fiume ed occupa repentinamente il colle vicino alla riva. Lo guarnisce rapidamente, prima che gli avversari se ne accorgano. In seguito trasferisce in quel luogo una legione e completa in due giorni il ponte che era stato cominciato da entrambi i lati. Fa pervenire senza pericolo a sé, in questo modo, le provviste e coloro i quali avanzavano per IL frumento ed inizia a provvedere al vettovagliamento. Nello stesso giorno fa trasferire oltre il fiume gran parte dei cavalieri.Nello stesso giorno fece passare il fiume a una gran parte dei cavalieri
Nello stesso giorno fece passare il fiume a una gran parte dei cavalieri. Costoro, assaliti i foraggiatori avversari che non se l'aspettavano e quelli che stavano qua e là sparsi senza alcun timore, prendono un grandissimo numero di giumenti e di uomini e, quando vengono mandate in aiuto le coorti cetrate di Afranio, abilmente si dividono in due gruppi, gli uni per presidiare la preda, gli altri per fare resistenza a quelli che sopraggiungevano e per respingerli. E una coorte che temerariamente davanti a tutte era avanzata oltre la linea di combattimento, isolata dalle rimanenti, viene circondata e distrutta. I soldati di Cesare, incolumi, ritornano con una grande preda nell'accampamento attraverso il medesimo ponte.
Mentre si svolgono questi avvenimenti nei pressi di Ilerda, gli abitanti di Marsiglia, valendosi del consiglio di L. Domizio, armano diciassette navi da guerra, delle quali undici erano coperte. A queste aggiungono molte piccole barche per incutere col numero stesso terrore alla nostra flotta. Imbarcano un gran numero di sagittari e di Albici, dei quali si è parlato prima, e li incitano con promesse di premi. Domizio si riserva un determinato numero di navi e le equipaggia di coloni e pastori che si era portato appresso. E così allestita la flotta di ogni cosa, con grande baldanza si dirigono verso le nostre navi comandate da D. Bruto e ancorate presso l'isola che si trova di fronte a Marsiglia.
Bruto si trovava in grande inferiorità per il numero di navi, ma Cesare aveva assegnato alla sua flotta uomini valorosissimi scelti fra tutte le legioni, alfieri e centurioni che avevano fatto richiesta di tale incarico. Costoro avevano preparato ramponi e raffi di ferro e si erano armati con un gran numero di giavellotti, aste e armi di altro tipo. Così, venuti a conoscenza dell'arrivo dei nemici, traggono fuori dal porto le loro navi e attaccano battaglia con i Marsigliesi.