Metello mette ordine nell'esercito Sallustio versione latino

Messaggioda koala8 » 11 apr 2011, 13:35

Ei, mi servirebbe questa versione di Latino :)

Inizio: Neque milites muniebantur, neque more militari vigiliae deducebantur; ut cuique libebat..
Fine: Ita, prohibendo milites a delictis, exercitum brevi confirmavit.

Grazie mille !

koala8

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Messaggioda giada » 11 apr 2011, 14:35

Neque milites muniebantur neque more militari vigiliae deducebantur; uti cuique libebat, ab signis aberat; lixae permixti cum militibus diu noctuque uagabantur, et palantes agros vastare, villas expugnare, pecoris et mancipiorum praedas certantes agere eaque mutare cum mercatoribus vino aduecticio et aliis talibus; praeterea frumentum publice datum vendere, panem in dies mercari; postremo quaecumque dici aut fingi queunt ignaviae luxuriaeque probra, ea in illo exercitu cuncta fuere et alia amplius.Sed in ea difficultate Metellum nec minus quam in rebus hostilibus magnum et sapientem virum fuisse comperior: tanta temperantia inter ambitionem saevitiamque moderatum. Namque edicto primum adiumenta ignaviae sustulisse: ne quisquam in castris panem aut quem alium cibum coctum venderet, ne lixae exercitum insequerentur, ne miles hastatus aut gregarius in castris neue in agmine seruum aut iumentum haberet; ceteris arte modum statuisse. Praeterea transuersis itineribus cottidie castra movere, iuxta ac si hostes adessent vallo atque fossa munire, vigilias crebras ponere et eas ipse cum legatis circumire; item in agmine in primis modo, modo [in] postremis, saepe in medio adesse, ne quispiam ordine egrederetur, ut cum signis frequentes incederent, miles cibum et arma portaret. Ita prohibendo a delictis magis quam vindicando exercitum brevi confirmavit.


Nè i soldati erano fortificati nè si montava la guardia secondo l'uso militare; ognuno poteva allontanarsi dai reparti a piacimento; vivandieri e soldati, mescolati insieme, andavano in giro giorno e notte, e scorrazzando qua e là devastavano le campagne, saccheggiavano le fattorie, rubavano a gara bestiame e schiavi che barattavano con i mercanti in cambio di vini importati e di altri prodotti di questo genere; in più vendevano il grano fornito dallo Stato e compravano tutti i giorni il pane fresco. In una parola, tutto ciò che di peggio si può dire o immaginare a proposito di indolenza e corruzione, lo si trovava in quell'esercito, e altro ancora.Ma io trovo che nel superare questi ostacoli, non meno che nel condurre la guerra, Metello si rivelò uomo grande e saggio, capace di mantenere una giusta misura tra l'indulgenza e la severità. Dapprima abolì con un editto tutto ciò che poteva favorire l'ozio. Proibì che nel campo si vendesse il pane o qualsiasi altro cibo cotto, vietò ai vivandieri di seguire l'esercito e ai soldati, astati o gregari che fossero, di tenere, al campo o in marcia, schiavi o bestie da soma; per gli altri stabilì un numero limitato. Inoltre, attraverso itinerari impervi, ogni giorno spostava il campo; lo cingeva di un vallo e di un fossato, come se il nemico fosse vicino; collocava sentinelle a distanza ravvicinata, che lui stesso andava a ispezionare con i luogotenenti. Durante le marce stava ora in testa ora nella retroguardia, spesso al centro della colonna, controllando che nessuno uscisse dai ranghi, che tutti procedessero compatti dietro le insegne e che ogni soldato portasse con sé armi e viveri. Così, prevenendo più che punendo le mancanze, in breve riorganizzò l'esercito.

giada

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