da stuurm » 18 nov 2011, 19:36
Pater ei Nero et utrimque origo gentis Claudiae, quamquam mater in Liviam et mox Iuliam familiam adoptionibus transierit. Casus prima ab infantia ancipites; nam proscriptum patrem exul secutus, ubi domum Augusti privignus introiit, multis aemulis conflictatus est, dum Marcellus et Agrippa, mox Gaius Luciusque Caesares viguere; etiam frater eius Drusus prosperiore civium amore erat. Sed maxime in lubrico egit accepta in matrimonium Iulia, impudicitiam uxoris tolerans aut declinans. Dein Rhodo regressus vacuos principis penatis duodecim annis, mox rei Romanae arbitrium tribus ferme et viginti annis obtinuit. Morum tempora illi diversa: egregium vita famaque, quoad privatus vel imperiis sub Augusto fuit; occultum ac subdolum fingendis virtutibus, donec Germanicus ac Drusus superfuere; idem inter bona malaque mixtus incolumi matre; intestabilis saevitia, sed obtectis libidinibus, dum Seianum dilexit timuitve: postremo in scelera simul ac dedecora prorupit, postquam, remoto pudore et metu, suo tantum ingenio utebatur.
Gli fu padre Nerone e la discendenza dall’una e dall’altra parte della gente Claudia, benché la madre era passata per adozioni alla famiglia Livia e poi alla Giulia. Fin dalla prima infanzia una duplice sorte; seguito in esilio il padre proscritto, quando entrò nella casa come figliastro di Augusto, lottò contro molti rivali, finché Marcello ed Agrippa, poi i Cesari Gaio e Lucio vissero; anche suo fratello Druso godeva di una più favorevole simpatia dei cittadini. Ma visse in un momento critico avendo preso Giulia in matrimonio, tollerando l’impudicizia della moglie o sconfessandola. Poi ritornato da Rodi senza eredi fu per 12 anni in casa del principe, in seguito per quasi 23 anni ebbe il potere illimitato del governo romano. A lui differenti aspetti nei costumi: esemplare per vita e per fama, finché fu cittadino privato o fu investito di poteri sotto Augusto; chiuso e falso nel fingere pregi, finché sopravvissero Germanico e Druso; la stessa mescolanza tra bene e male essendo sana e salva la madre; incostante per durezza, ma mantenendo nascosti gli eccessi, finché amò o ebbe timore di Seiano: alla fine si diede ad un tempo ai delitti e alle infamie, dopo che, abbandonati ritegno e timori, impiegò la sua inclinazione naturale.
Difficilotta, perché Tacito sott'intende nello scrivere, verbi e parole. Ciao a tutti!