da giada » 25 nov 2011, 15:22
: "Amici, inquit, et servi homines sunt et aeque unum lactem biberunt, etiam si illos malus fatus oppresserit. Tamen me salvo cito aquam liberam gustabunt. Ad summam, omnes illos in testamento meo manu mitto. Philargyro etiam fundum lego et contubernalem suam, Carioni quoque insulam et vicesimam et lectum stratum. Nam Fortunatam meam heredem facio, et commendo illam omnibus amicis meis. Et haec ideo omnia publico, ut familia mea iam nunc sic me amet tanquam mortuum". Gratias agere omnes indulgentiae coeperant domini, cum ille oblitus nugarum exemplar testamenti iussit afferri et totum a primo ad ultimum ingemescente familia recitavit. Respiciens deinde Habinnam: "Quid dicis, inquit, amice carissime? Aedificas monumentum meum quemadmodum te iussi? Valde te rogo, ut secundum pedes statuae meae catellam pingas et coronas et unguenta et Petraitis omnes pugnas, ut mihi contingat tuo beneficio post mortem vivere; praeterea ut sint in fronte pedes centum, in agrum pedes ducenti. Omne genus enim poma volo sint circa cineres meos, et vinearum largiter. Valde enim falsum est vivo quidem domos cultas esse, non curari eas, ubi diutius nobis habitandum est.
traduzione
«Amici, anche gli schiavi sono uomini e hanno bevuto il nostro stesso latte, solo che poi il destino non gli ha detto bene. Ad ogni modo, presto berranno l'acqua della libertà, com'è vero che io sono ancora al mondo. Insomma, nel mio testamento io li affranco tutti. A Filargiro gli lascio pure un pezzo di terra e la sua donna, a Carione un palazzo intero, i soldi per pagarsi la tassa del riscatto e un letto già belle che pronto. Erede universale nomino invece la mia Fortunata e la raccomando a tutti i miei amici. E tutte queste disposizioni le rendo pubbliche proprio perché l'intera casa cominci ad amarmi adesso come se fossi già morto». Tutti avevano già attaccato a ringraziare il padrone di tanta gentilezza, quando lui, lasciando perdere le ciance, ordina che gli portino una copia del testamento e lo legge da cima a fondo, mentre tutta la servitù singhiozza in sottofondo. Poi, rivolgendosi ad Abinna, gli fa: «E tu che ne dici, caro amico mio? Me lo stai costruendo, vero, il mio monumento sepolcrale come t'ho chiesto io? Ma soprattutto ti raccomando di scolpire ai piedi della mia statua la cagnetta, delle corone, dei vasi di fiori e in più tutti i combattimenti di Petraite, così che per merito tuo io possa vivere anche dopo la morte. E provvedi a che la tomba sia larga trenta metri e lunga sessanta. Poi voglio che intorno alle mie ossa ci siano frutti di ogni tipo e viti in abbondanza. Infatti mi sembra una vera assurdità avere case eleganti quando si è vivi, e non curarsi affatto di quella in cui ci tocca vivere più a lungo.