Libenter ex iis qui a te veniunt cognovi familiariter te cum servis tuis vivere: hoc prudentiam tuam, hoc eruditionem decet. 'Servi sunt.' Immo homines. 'Servi sunt ' Immo contubernales. 'Servi sunt.' Immo humiles amici. 'Servi sunt.' Immo conservi, si cogitaveris tantundem in utrosque licere fortunae. [2] Itaque rideo istos qui turpe existimant cum servo suo cenare: quare, nisi quia superbissima consuetudo cenanti domino stantium servorum turbam circumdedit?
Ho sentito con piacere da persone che vengono da te che tratti familiarmente i tuoi servi: questo comportamento si confà alla tua saggezza e alla tuaeducazione. "Sono schiavi." No, sono uomini. "Sono schiavi". No,sono compagni di tenda. "Sono schiavi". No, umili amici. "Sono schiavi." No, compagni di schiavitù, se penserai che alla fortuna è permesso cambiare la sorte di entrambe. Perciò rido coloro che giudicano disonorevole cenare in compagnia del proprio schiavo; e per quale motivo, poi, se non per una superba consuetudine si vuole che intorno al padrone che mangia ci sia una turba di servi in piedi?