da berioman » 19 gen 2012, 15:51
Igitur ubi animus ex multis miseriis atque periculis requievit et mihi reliquam aetatem a re publica procul habendam decrevi, non fuit consilium socordia atque desidia bonum otium conterere neque vero agrum colundo aut venando, servilibus officiis, intentum aetatem agere; sed, a quo incepto studioque me ambitio mala detinuerat, eodem regressus statui res gestas populi Romani carptim, ut quaeque memoria digna videbantur, perscribere, eo magis, quod mihi a spe, metu, partibus rei publica animus liber erat. Igitur de Catilinae coniuratione, quam verissume potero, paucis absolvam; nam id facinus in primis ego memorabile existumo sceleris atque periculi novitate. De cuius hominis moribus pauca prius explananda sunt, quam initium narrandi faciam.
Quindi, quando l'animo poté riaversi dopo molte traversie e rischi e decisi di mantenermi per il resto della vita lontano dallo stato, non mi proposi di sprecare il mio prezioso tempo libero nell'apatia e nella pigrizia, e neppure di condurre avanti la mia esistenza cacciando o coltivando i campi, lavori da schiavi, ma stabilii, ritornando allo stesso disegno ed inclinazione dalla quale la funesta ambizione mi aveva distaccato, di narrare a episodi le gesta del popolo romano, secondo che ciascun avvenimento mi sembrava degno di essere ricordato, tanto più che il mio animo era libero dall'attesa, dalla paura, dalla faziosità politica. Quindi tratterò brevemente con la maggior veridità possibile riguardo alla congiura di Xatilina, infatti quell'impresa nefasta sulle prime io stimo memorabile per l'eccezionalità della scelleratezza e del pericolo. Prima di dar inizio alla narrazione bisogna trattare brevemente riguardo ai costumi di quell'uomo.