da Mariapaola96 » 8 ago 2012, 17:58
E' risaputo ciò che accadde tra lui e Protogene.Il primo viveva a Rodi,ed avendo Apelle navigato verso là avido di conoscere le sue opere,conosciuto a lui solo per fama, subito si diresse verso il laboratorio di Protogene. Quest'ultimo non c'era, ma solo una vecchia custodiva una grande tela appoggiata su di un cavalletto. Questa rispose che Protogene era fuori e chiese da chi dovesse dire che era stato cercato. Apelle rispose: "Da questo", e preso un pennello tracciò una linea colorata di estrema sottigliezza lungo la tela.
Tornato Protogene, la vecchia gli indicò ciò che era avvenuto. Dicono che l'artista, avendo contemplato subito la maestria dell'opera, abbia detto che era venuto Apelle, che un'opera di tale livello non si addiceva ad un altro; e si dice che egli stesso abbia tracciato con un altro colore una linea più sottile accanto a quella di Apelle e che allontanandosi abbia richiesto che quello tornasse, e mostrandogliela di aggiungere che quello era ciò che aveva chiesto. E così accadde. Infatti Apelle tornò ancora e vergognandosi per esser stato battuto,tracciò una linea di un terzo colore, non lasciando più spazio alla sottigliezza.
Ma Protogene dichiarandosi sconfitto, scese al porto cercando l'ospite, e così desiderò che quella tela fosse tramandata ai posteri, affinchè potessero ammirarla. Ho sentito (lett. sento) che è andata distrutta nel primo incendio del palazzo di Cesare sul Palatino, (ma l'ho) vista prima a Rodi, e nella sua spaziosità (lett. spaziosamente) non conteneva nient'altro che linee sfuggevoli alla vista, (posta) in mezzo a molte opere pregevoli, sembrava vuota (lett. simile a una vuota) e nonostante questo attirava lo sguardo e (divenne) più celebre di ogni altra opera.