da cchiara » 3 set 2012, 19:39
His rebus comparatis Catilina nihilo minus in proximum annum consulatum petabat, sperans, si designatus foret, facile se ex voluntate Antonio usurum. Neque interea quietus erat, sed omnibus modis insidias parabat Ciceroni. Neque illi tamen ad cavendum dolus aut astutiae deerant. Namque a principio consulatus sui multa pollicendo per Fuluiam effecerat, ut Q. Curius, de quo paulo ante memoravi, consilia Catilinae sibi proderet; ad hoc collegam suum Antonium pactione provinciae perpulerat, ne contra rem publicam sentiret; circum se praesidia amicorum atque clientium occulte habebat. Postquam dies comitiorum venit et Catilinae neque petitio neque insidiae, quas consulibus in campo fecerat, prospere cessere, constituit bellum facere et extrema omnia experiri, quoniam quae occulte temptaverat aspera foedaque evenerant.
Impegnato in questi preparativi, Catilina chiedeva nondimeno il consolato per l'anno successivo, sperando, se fosse stato eletto, di impiegare facilmente Antonio a suo volere. Nel frattempo non stava (era) calmo, ma in tutti i modi tendeva insidie a Cicerone. Tuttavia questo non era sprovveduto di astuzia o di scaltrezza per guardarsi. Infatti, fin dall'inizio del consolato, con grosse promesse, attraverso Fulvia aveva ottenuto che Q. Curio, del quale ho parlato poco prima, gli rivelasse i progetti di Catilina; perciò aveva indotto il suo collega Antonio ad uno scambio di provincia, affinché non si fosse opposto contro la repubblica, ed aveva intorno a sé la protezione di amici e di clienti. Quando arrivò il giorno delle elezioni, Catilina, visto che sua candidatura né le insidie, che erano tese ai consoli nel Campo Marzio avevano avuto successo, decise di fare guerra aperta e di fare ricorso ad ogni mezzo estremo, poiché i suoi tentativi segreti si erano risolti in vergognosi rovesci.