Le idi di marzo . Plutarco

Messaggioda RossellaC » 20 gen 2012, 11:51

entrato Cesare, il senato si alzò in piedi in segno di ossequio, gli uni dei seguaci di Bruto si disposero in cerchio dietro alla sua sedia, gli altri gli andarono incontro come per unire le loro preghiere a quelle di Tullio Cimbro, che supplicava per il fratello esiliato, e così lo pregavano tutti insieme seguendolo fino alla sedia. Siccome, sedutosi, cercava di respingere le preghiere e poiché quelli insistevano con maggiore vigore si irritò contro ciascuno, Tullio avendo afferrato la sua toga con entrambe le mani, la tirava giù dal collo: questo atto era il segnale convenuto della congiura. Per primo Casca con un pugnale gli vibrò un colpo alla gola, non mortale né profondo ma, com'è naturale, sconvolto nel principio della grande impresa, giratosi anche Cesare, afferrò e tenne fermo il pugnale. Insieme allora in qualche modo gridarono, il ferito in latino: "Che cosa fai, empissimo Casca?" e il feritore in greco al fratello: "Fratello, portami aiuto".

RossellaC

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Messaggioda jessy.7 » 20 gen 2012, 12:36

abbiamo già questa versione ed è uguale



quindi vediamo giada cosa dice ok2

jessy.7

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