da GVH » 4 mag 2012, 16:11
la versione è la numero 141 a pag. 75 del libro "le ragioni del latino" lezioni 2. Il testo è allegato in un'immagine
Terminata la battaglia, si potè allora constatare quanto ardore e quanta forza d'animo vi fosse nell'esercito di catlina: dopo aver perso l'anima, coprivano con il corpo il posto che avevano occupato combattendo da vivi. Solo alcuni, coloro che erano stati sbaragliati nel mezzo della corte pretoria, giacevano poco distanti, ma erano tutti stati colpiti al petto. Catlina fu ritrovato lontano dai suoi, tra i corpi dei nemici. Respirava ancora poco e nel volto aveva la ferocia d'animo che possedeva da vivo. Alla fine, tra tutto l'esercito non fu catturato alcun uomo libero, nè durante la guerra, nè durante la fuga: nessuno aveva dato importanza alla propria vita più di quella del nemico.Nemmeno l'esercito del popolo romano ottenne una vittoria lieta e non cruenta: infatti, i più valorosi o erano morti in guerra, o erano tornati in patria gravemente feriti. Molti, usciti dal campo per spogliare o guardare i morti, voltando i corpi dei nemici riconoscevano un amico, un parente, un ospite. Ci fu chi riconobbe i propri avversari. Così per tutto l'esercito trascorsero varie cose: gioia, tristezza, esultanza e dolore.
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