da lunina » 13 gen 2011, 15:16
L’Africa Orientale
L’Africa Orientale si trova sulla linea dell’Equatore, ma i suoi paesaggi sono del tutto diversi dalle foreste tropicali. I paesaggi spiccano soprattutto le linee verticali, l’altezza delle montagne e la profondità delle depressioni. Qui si trova il punto di frattura tra due zolle della crosta terrestre, conosciuta anche come “la più grande cicatrice del mondo”. È la Rift Valley: il centro della valle è sprofondato, i margini si sono rialzati e le fosse sono state riempite da laghi molto profondi di forma allungati. Il Tanganica, secondo fiume africano, è profondo 1435 metri. Le vette sono le più altre del continente: il Kilimangiaro e il Kenya, di origine vulcanica, e il massiccio del Ruwenzori. La spaccatura si biforca a Y: il ramo di sinistra si dirige verso la valle del Nilo Bianco, quello di destra, verso l’Etiopia. In mezzo ai due rami, troviamo un altopiano e il più grande lago africano, il Vittoria, e il suo emissario è il Nilo. Gli alti monti dell’acrocoro etiopico, le ambe, sorgono isolati sull’altopiano ed hanno il tronco di cono e le cime piatte. La vegetazione e la popolazione hanno caratteristiche diverse dalle altre zone equatoriale.
Le strette pianure costiere del Mar Rosso e del Golfo di Aden sono tra i luoghi più caldi del pianeta. Aride e torride, sono anche le coste della penisola tra Mar Rosso e Oceano Indiano detta Corno D’Africa, chiamata così perché ricorda la forma di un corno di rinoceronte. Le coste somale e keniote sono pianeggianti, mentre in Tanzania l’altopiano arriva all’oceano e le pianure costiere sono valli di fiumi minori. L’altitudine influisce sul clima e sulla vegetazione. Il clima caldissimo degli altopiani si attenua quanto più si sale. In Etiopia, l’agricoltura si divide in fasce: nelle quollà, le zone basse calde e umide, si coltivano tabacco, cotone e mais; nelle voinà, zone temperate fino a 2500 m, si producono ortaggi e cereali; nelle degà, a quote superiori, prevale l’allevamento. Nelle regioni si trovano prodotti delle zone equatoriali, tropicali e temperate. L’agricoltura di consumo si basa su i cereali, legumi, patate. Mentre per l’esportazione si hanno piantagioni di caffé, tè, cotone, banane e sesamo.
I prodotti tipici della zona sono: le spezie (solo l’isola di Zanzibar produce l’80% dei chiodi di garofano del mondo), il piretro (una pianta erbacea da cui si estrae un insetticida naturale), l’incenso (la resina di un albero) e l’agave sisalana che dà una fibra per stuoie e cordami.
Le vie di comunicazione sono scarse, tanto che è difficile distribuire nell’interno gli aiuti internazionali che arrivano ai porti. Una grandissima risorsa è il turismo, ma solo nei Paesi che hanno mantenuto la pace. Lo sviluppo della regione è frenato dalla diffusione dell’AIDS. Per salvaguardare la fauna e il turismo ecologico, Kenya e Tanzania hanno delimitato vastissimi parchi nazionali: quello di Serengeti è vasto più dell’Abruzzo ed è stato dichiarato “patrimonio universale”.