da Leon_96 » 6 nov 2012, 12:02
Nel panorama mondiale del cinema postmoderno l’uso della citazione è un fenomeno preponderante. Il gusto del richiamo, del rimando, del mostrare il già visto è sintomo di una nuova direzione comunicativa che la cultura in generale sta prendendo. Basti pensare al continuo riadattamento di generi musicali o di mode del passato. Ciò che interessa non è più il nuovo, ma il frammento - o il codice - del passato riproposto in un testo – e in una modalità - attuale.
A questo fenomeno non sfugge certamente l’opera del regista Quentin Tarantino. Sia in Reservoir Dogs (Le iene/Cani da rapina) che in Pulp Fiction, che in Jackie Brown, la citazione è infatti utilizzata con altissima frequenza e innovazione. Ma, prima di analizzare l’uso che Tarantino fa della citazione, soffermiamoci sul significato e sulle tipologie di quest’ultima. Innanzitutto un rapido richiamo filologico. Il latino citare è forma iterativa di ciēre che significa portare in movimento. La citazione quindi si configura come un mettere in movimento determinati elementi, ad esempio trasbordandoli da un testo ad un altro testo. Accenniamo ora ad una tipologia della citazione. Ne possiamo distinguere di quattro tipi: la citazione-riporto, la citazione-allusione, l’autocitazione e la citazione seriale.
La citazione-riporto è il caso di citazione più semplice. Un frammento del testo 1 (testo sorgente) viene preso e trasferito nel testo 2 (testo ricevente) senza alcuna modifica da parte dell’autore. Il frammento in questione è come se fosse virgolettato, tant’è che il riconoscimento del frammento è avvertito immediatamente dallo spettatore, la cui memoria viene sollecitata in maniera automatica.
Diverso è il caso della citazione-allusione, che richiede una funzione fortemente attiva allo spettatore. L’allusione si prefigura come una riproposizione trasformata dei codici di genere. Il frammento - o il codice - non viene più semplicemente trasportato dal testo 1 al testo 2, ma viene trasfigurato e riproposto in forme diverse. Pur essendo differente da quello del testo 1, il frammento del testo 2 è comunque in grado di evocare il frammento d’origine, a patto però di una precisa conoscenza spettatoriale. Esistono tre tipi di allusioni: l’allusione-oltraggio, l’allusione grottesca e l’allusione nostalgica. Abbiamo l’allusione-oltraggio quando vi è una presa di distanza dal modello citato che viene riproposto in una forma ironica, ammiccante. Quando invece i topoi di genere vengono messi alla berlina siamo di fronte alla citazione grottesca. Speculare alla citazione grottesca è la citazione nostalgica: qui il codice del passato non viene deriso, bensì omaggiato. Non c’è più la volontà di distruggere, ma, all’opposto, di recuperare un passato che non esiste più.
Il penultimo tipo di citazione è l’autocitazione autoriale. L’autore cita elementi della propria opera, e siamo spesso di fronte all’autocompiacimento narcisistico che rischia di sfociare nella maniera.
La citazione seriale, invece, consiste nel riprendere frammenti funzionali alla creazione di una serie. Quest’ultimo tipo di citazione è però più consono alla pubblicità e ai telefilm che al cinema.
Passate in rassegna le diverse tipologie delle citazioni più frequentemente utilizzate, soffermaci sulla struttura del nostro lavoro.
Fulcro del primo capitolo sarà la cultura popolare, dalla narrativa hard-boiled ai Big Kahuna Burger. Nel secondo capitolo si analizzeranno le citazioni musicali. Vedremo le funzioni dei lunghissimi dialoghi tipici delle sceneggiature del regista, dialoghi che spesso vertono proprio su cantanti e generi musicali (soprattutto in Reservoir Dogs e in Jackie Brown). Analizzeremo successivamente le colonne sonore dei tre film, studiandone gli effetti narrativi e metalingustici che Tarantino cerca di ottenere. Nel terzo capitolo verranno invece prese in considerazione le citazioni televisive. Come per quelle musicali, cominceremo con l’analizzare i dialoghi che vertono su prodotti TV del passato. Dopodiché ci soffermeremo sulle funzioni compiute dallo strumento che meglio di ogni altro è un inesauribile contenitore/trasmettitore di reperti televisivi del passato: il televisore. Infine, verranno analizzate le modalità con cui Tarantino, facendo pur sempre del cinema, cerchi di strutturare il racconto basandosi sui serial televisivi (soprattutto per quel che riguarda Pulp Fiction). A conclusione del nostro lavoro (capitolo quarto) analizzeremo il cuore (lo stomaco) della citazione tarantiniana, ossia quella cinematografica. Il cinema di Tarantino è un cinema cannibale, il suo principale cibo è infatti il cinema stesso, con antipasti horror anni 80 e noir anni 30, primi piatti a base di Sergio Leone e spaghetti western, pietanze di musical da Febbre del sabato sera condite con commedie nere alla Assassini nati, dessert poliziotteschi per finire con un amaro di blaxploitation.
Buon appetito.