da libellulalibera95 » 23 nov 2012, 16:01
LA RINASCITA DEL 1000
IN ECONOMIA
Sul piano sociale si verificò un risveglio delle città. Alcune città dell’età romana erano cadute in rovina, altre persistite, riducendosi nell’età feudale. Esse costituivano semplici centri amministrativi, all’interno delle quale vi risiedeva il vescovo, il conte o il duca (cioè i funzionari del sovrano e i grandi feudatari dei feudi di dignità). Con la rinascita dell’anno mille le città si rianimano, si ripopolano e divengono centri dell’attività commerciale. Precedentemente all’anno 1000 l’economia era basta sul CONSUMO e le attività mercantili si fondavano solamente sul commercio di quelle cose che non si riuscivano a produrre. Accadde, però, con tutte le innovazioni, l’incremento produttivo e il miglioramento dello stile di vita, che si produsse in quantità maggiori di quelle utili per la sussistenza. Perciò si iniziarono a commerciare i prodotti sovrabbondanti con altri di cui non si aveva la possibilità di produrne.
All’interno dei feudi ci fu la suddivisione dei lavori: l’agricoltura sopravisse al suo interno, mentre tutte quelle attività che portavano alla produzione di utensili, per esempio del vasellame (molto importante) ebbero come dimora la città. Nacquero le SPECIALIZZAZIONI e nelle città gli artigiani scelsero come luogo più adatto alla loro professione le PIAZZE, I MERCATI O LE PORTE DELLE GRANDI CITTA’.
La città era un centro di produzione e commercio dove non mutò la gerarchia sociale tripartita, ma assunse una struttura variegata il ceto dei LABORATORES. Oltre ai contadini liberi, i servi della gleba e gli schiavi, appaiono anche gli HOMINES NOVI. Essi erano quegli artigiani che erano proprietari di un negozio (che era un luogo di produzione e scambio) in città. Inoltre potevano essere identificati con il nome HOMINES EXTRA ORDINES, cioè fuori dall’ordinamento.
Inoltre compaiono le prime BANCHE, indispensabili per l’attività economica, ma anche le figure di AVVOCATI e NOTAI.
Le città si ripopolano poiché la maggior parte dei servi della gleba desidera arduamente un miglioramento della vita personale; essi erano si legati al feudo, ma se riuscivano a fuggire e a entrare nelle città diventavano liberi, poiché le città non ammettevano la restituzione dei servi scappati proprio per la loro necessità di manodopera a basso costo e ai fuggitivi andava bene ciò, dato che non facevano pesare il salario che avrebbero ottenuto da APPRENDISTI OPERAI, ma per loro contava semplicemente la LIBERTA’. Alcuni di loro riuscirono a FARE FORTUNA, cioè ad ottenere condizioni di vita migliori, passando da lavori inizialmente poco retribuiti ad altri di professionalità superiore e quindi più pagati.
IN POLITICA
Questo è il periodo in cui si verifica la comparsa dei COMUNI, cioè CITTA’ STATO, con una propria autonomia organizzativa. Inizialmente la loro presenza si diffuse lungo le coste ed erano: Amalfi, Genova, Venezia, Pisa (che all’epoca si affacciava sul mare) e anche Napoli. La più potente era Amalfi, la quale aveva il controllo sulle rotte del Tirreno, invece Venezia sul mare Adriatico. Pur essendo tutte rivali tra loro per cercare di ottenere l’egemonia, si allearono Pisa, Genova e Amalfi non appena ci fu la minacciosa comparsa degli arabi in Italia, così, combattendo, li scacciarono dalla Sardegna e dalla Corsica (infatti gli insediamenti non erano stabili, dopo l’insediamento si capiva che non ci si poteva vivere a lungo. Le nostre coste erano ambite per la loro prestazione a divenire porti ma erano malariche, perciò vi lasciavano il porto esternamente e si insediavano internamente).
In seguito Pisa e Genova si alleano contro Amalfi, la quale chiese aiuto ai Normanni, che accettarono facendo entrare Amalfi tra i loro domini, perciò perde la sua autonomia per la salvezza e Genova e Pisa rimasero quelle più potenti e forti. Genova passò poi a contrastare il controllo di Venezia, che inizialmente soccombeste, ma in seguito reagì .
A partire dalla fine del XI secolo all’inizio del XII secolo i documenti redigono l’istituzione del Comune.
Il COMUNE era l’associazione privata, cioè di singoli individui notabili (persone rilevanti, ricche) di una città. All’esterno dell’Italia dei borghesi, al suo interno era solo un istituzione nobiliare e aristocratica. Si associavano (FECERUNT COMUNE = facevano società) per fronteggiare i problemi della città, per consultarsi, mettere insieme le forze e le finanze. Uno dei problemi era la SICUREZZA, e perciò per proteggere le ricchezze delle città si costruirono mura con torri e posti di guardia, costruzioni intorno a esse (fossati colmi d’acqua, come ve ne è munita Lucca). Successivamente credendo di fare il bene di tutta la città, entrarono a farne parte anche gli altri cittadini, quindi si allarga e si identifica con la partecipazione dei ceti più ricchi. A tal ragione ebbe bisogno di un luogo ampio dove riunirsi, e questo fu la PIAZZA o ARENGO, da tale nome si rifece anche il nome della riunione del comune: si diceva che facevano Arengo, parlascio o parlamento. Il PARLAMENTO era l’organo principale dell’associazione. La soluzione che veniva stabilita in tale riunione, attraverso il confronto e lo scambio di opinioni, quindi il passaggio dalla decisione alla messa in pratica, era affidata solo da una parte dei suoi componenti, detta CONSIGLIO DEI CONSOLI. Era una magistratura che rimaneva in carica per un anno, per favorire l’avvicendamento, affinché le persone che ne facevano parte non si affezionassero troppo al potere e il loro numero poteva variare da 2 a 22, secondo la grandezza del comune. Una volta scelti dall’emanazione del Comune ciò a cui dovevano presiedere non era una sola cosa, ma a un complesso di cose. Man mano che le città fioriscono anche il POPOLO (costituito da coloro che avevano un lavoro autonomo e che si divideva in GRASSO: coloro che erano più ricchi, spesso più ricchi dei nobili, quindi l’alta borghesia e MINUTO: la piccola e la piccolissima borghesia) inizia a manifestare la sua volontà di entrare a far parte del Comune, per avere voce in capitolo.
FIRENZE e MILANO divengono i più grandi Comuni aristocratici. Inizialmente ci furono scontri tra il Comune e il popolo, prima grasso e poi minuto, ma quando ebbe il consenso di entrarne a far parte si presentò una situazione simile a quella dell’attuale democrazia, poiché tutti potevano esprimere il loro parere. Assunsero grande importanza le ARTI, cioè associazioni di mestiere con funzione sindacale e di ordine professionale che raggruppavano tutti professionisti di un mestiere specifico e ne difendevano la professione. Così con la loro nascita non si poteva praticare alcuna professione se prima non ci si fosse iscritti all’associazione corrispondente. Inoltre tali associazioni stabilivano i salari, gli orari di lavoro, la durata del tirocinio del garzone, il prezzo minimo della vendita dei prodotti (che era il più importante per non creare concorrenza) e quello massimo.