da norma 1996 » 20 gen 2013, 18:47
LA CROCIATA
Mentre ferveva la lotta per le investiture maturò anche quel complesso fenomeno politico-religioso che va sotto il nome di
crociata.
L'idea di crociata. La rovinosa sconfitta subita dall'esercito bizantino nel 1071 per opera dei Turchi Selgiuchidi è la
premessa: nel corso del secolo XI, infatti, questa dinastia turca era riuscita in poco tempo a costruire un immenso impero
che dalla Persia giungeva, attraverso l’area mesopotamica, fino all’Asia Minore, la Siria e la Palestina. I cristiani
dell'Oriente furono sottoposti a un dominio più intollerante di quello esercitato dagli Arabi, che col passare del tempo
erano divenuti sensibili ai vantaggi derivanti dal flusso dei pellegrini. Nel corso di due sinodi tenuti a Piacenza e a
Clermont Ferrand, presieduti da Urbano II, l'entusiasmo raggiunse il parossismo. Alcuni ambasciatori dell’Impero
bizantino avevano in quest’occasione chiesto aiuto contro l’avanzata dei Turchi Selgiuchidi, che minacciavano la stessa
Costantinopoli. Nel suo discorso a Clermont, Urbano II affermò che la cristianità era disonorata dai trionfi musulmani in
Oriente; che la Terrasanta era possesso legittimo della cristianità: "Dio lo vuole" fu la conclusione e la parola d'ordine.
Subito alcune migliaia di entusiasti, sprovvisti di tutto, partirono alla volta di Costantinopoli. Nel successivo concilio di
Clermont Ferrand aderirono alla crociata Raimondo conte di Tolosa e Ademaro vescovo di Le Puy, nominato legato
papale. Nei mesi successivi l'appello del papa fu ripetuto in ogni angolo della Francia, ma né Filippo I re di Francia, né
l'imperatore Enrico IV, né alcuno dei grandi feudatari accolse l'invito del papa.
Complessità del fenomeno della crociata. Il nuovo prestigio assunto dal papato ne fece la guida più ascoltata per
condurre la guerra contro gli infedeli. La crociata è un evento complesso che non si può ridurre a una sola delle sue
componenti. Essa non è frutto solo di calcoli politici di papi, di feudatari, di imperatori; non è solo espressione della
crescente potenza politica ed economica delle repubbliche marinare; non è mero fanatismo nella peggiore delle sue
manifestazioni; non è frutto di un progetto sociale volto a dare sfogo alla turbolenta categoria dei cadetti, che così fu
allontanata dall'Europa con la speranza di far fortuna in Oriente.
La crociata come pellegrinaggio. In primo luogo la crociata è espressione della religiosità popolare di quei secoli che
nel pellegrinaggio ravvisava uno dei più completi atti di culto. Per tutto il medioevo in testa a tutte le altre mete di
pellegrinaggio figuravano San Giacomo di Compostela nel nord della Spagna; Roma con le tombe degli apostoli Pietro e
Paolo; il santuario rupestre di San Michele al Gargano, e il Santo Sepolcro di Gerusalemme. Spesso il pellegrinaggio era
una penitenza ecclesiastica, o un voto che si voleva mantenere a ogni costo. Chi aveva denaro forniva il vitto ai più
poveri; molti chiedevano l'elemosina per umiliarsi; i malati erano alloggiati in ospizi e uno dei doveri della cavalleria era
la difesa dei pellegrini dagli attacchi dei predoni. Un attivo predicatore, Pietro l'Eremita, diffuse il messaggio di Urbano II
in tutta la Francia, in particolare in Lorena.
La Prima crociata. Il primo esercito crociato, partendo da Costantinopoli attraversò l'Asia Minore per giungere fino a
Damasco e Gerusalemme. Il suo obiettivo primario non era di conservare all'impero d'Oriente il possesso dell'Asia
Minore, bensì di liberare Gerusalemme dal dominio dei Turchi senza consegnarla all'imperatore d'Oriente: si voleva porre
i cristiani della Palestina direttamente sotto l'autorità del papa.
I capi più prestigiosi. Tra i capi più importanti ci furono Ugo di Vermandois, fratello del re di Francia, al comando di
forze esigue. Il più ricco ed esperto tra i crociati era Raimondo di Tolosa, al comando del nucleo più numeroso.
Importante per le relazioni famigliari era Roberto di Normandia, figlio di Guglielmo il Conquistatore, privo tuttavia di
doti militari e diplomatiche. Goffredo di Buglione, duca della Bassa Lorena, aveva notevoli capacità militari ma scarse
risorse economiche. Lo accompagnava il fratello Baldovino. Il normanno Boemondo di Taranto guidava un buon nucleo di cavalieri prevenienti dall italia meridionale.Itinerario della crociata. Per raggiungere Costantinopoli furono seguiti tre itinerari: il primo andava da Norimberga a
Ratisbona e poi seguiva il Danubio fino al Mar Nero; il secondo passava per la Dalmazia, raggiungeva Belgrado e poi
proseguiva lungo il Danubio: fu seguito dai crociati italiani, francesi e borgognoni; il terzo percorreva la via Appia fino a
Bari o Brindisi, raggiungeva Durazzo per mare e poi proseguiva lungo la via Egnazia. I vari gruppi partirono quando
poterono, quasi tutti dopo il 15 agosto 1096, dandosi appuntamento a Costantinopoli. Il gruppo partito in precedenza
condotto da Pietro l'Eremita giunse fino a Belgrado dove gli furono negati i viveri: per sopravvivere i crociati si dettero al
saccheggio e molti furono uccisi. Purtroppo, Pietro l’Eremita non aveva il controllo totale del suo gruppo: alcuni sbandati,
di origine germanica si diedero a saccheggi indiscriminati e alcuni gruppi di nobili cavalieri tedeschi attaccarono diverse
comunità ebraiche. Nonostante la protezione offerta dai vescovi locali, che a costo della loro vita, cercarono di proteggere
gli ebrei, vi furono numerosi massacri. In seguito, questi stessi cavalieri tedeschi furono sgominati dalle truppe ungheresi.
Problemi politici della crociata. L'imperatore d'Oriente Alessio dovette fornire i viveri e far vigilare i crociati perché non
si dessero al saccheggio: pretese il giuramento di fedeltà secondo l'uso occidentale, lasciando ai crociati il controllo della
Palestina, ma ribadendo i diritti dell'impero d'Oriente sull'Asia Minore e sulla Siria. Anche se non tutto andò per il verso
giusto, verso la primavera del 1097 i gruppi crociati erano giunti a Costantinopoli e avevano prestato ad Alessio il
giuramento.
Discordia nel campo crociato. La partenza per Gerusalemme fu rinviata a causa delle discordie insorte tra i crociati.
Certamente i bizantini furono molto cauti e divennero ostili quando Boemondo avanzò pretese sul principato di Antiochia
che si trova in Siria e quindi sarebbe spettato ad Alessio. La peste, nel frattempo, infuriava nel campo crociato.
La conquista di Gerusalemme. I crociati proseguirono la marcia verso Gerusalemme dove giunsero il 7 giugno 1099
iniziando subito l'assedio. La difesa di Gerusalemme fu ben condotta sul piano militare, ma la popolazione non cooperò,
atterrita dal numero e dalla cattiva fama acquistata dai cavalieri dell'Occidente: il 13 luglio, i crociati superarono le mura
ed entrarono in città operando una inutile strage di popolazione civile.
Lo Stato crociato di Gerusalemme. Una settimana dopo, il 22 luglio fu decisa la formazione del nuovo governo di
Gerusalemme comprendente la Palestina meridionale: fu eletto Goffredo di Buglione che assunse il titolo di "Difensore
del Santo Sepolcro".
Il regno di Gerusalemme. Il territorio occupato dai crociati in Palestina era limitato alla città di Gerusalemme e a pochi
villaggi posti sulla strada di accesso: solo la conquista del porto di Giaffa permise commerci in grande stile ponendo le
premesse economiche per la sopravvivenza delle conquiste crociate (1100). Goffredo di Buglione morì poco dopo
l'occupazione di Giaffa.
Assetto feudale del regno di Gerusalemme. Il regno di Gerusalemme fu diviso in quattro baronie che spesso avevano
interessi contrastanti. I crociati della Terrasanta non avrebbero potuto resistere senza l'aiuto delle flotte veneziana e
genovese che fornivano il supporto logistico.
Gli ordini religioso-cavallereschi. L'afflusso di pellegrini e avventurieri produsse quel singolare fenomeno che va sotto
il nome di ordini religioso-cavallereschi, ossia monaci guerrieri impegnati nella difesa del Santo Sepolcro. Si formò un
corpo di cavalieri per proteggere i pellegrini in transito per Gerusalemme. Costoro si impegnarono al triplice voto
monastico di povertà, castità e obbedienza, prendendo alloggio presso i resti del tempio di Salomone, per cui furono ben
presto conosciuti come cavalieri templari. L'idea fu trovata feconda anche dai monaci che prestavano servizio presso
l'ospedale di San Giovanni che furono riconosciuti come cavalieri di San Giovanni o ospitalieri. I successi crociati erano
dovuti in gran parte alla disunione esistente tra gli emirati arabi che si erano indeboliti con guerre intestine, ma quando gli
Arabi raggiunsero un minimo di unità, le sorti degli Stati crociati cominciarono a declinare perché dall'Occidente, diviso,
non giunsero rifornimenti e rincalzi di uomini.La riscossa musulmana. L'eroe della riscossa musulmana fu l'emiro di Mossul. Costui stabilì il suo dominio sulla Siria
musulmana, attaccò Edessa che cadde nel 1144. Quella vittoria poteva essere essere fatale per i crociati, ma l’emiro fu
ucciso dai suoi soldati nel 1146. Il figlio ne proseguì l'opera e nel 1154 conquistò Damasco.
Allarme in Europa: la Seconda crociata. La caduta di Edessa ebbe il potere di presentare in tutta la sua gravità la
situazione. Bernardo di Chiaravalle fu incaricato dal papa Eugenio III di predicare la Seconda crociata. Al suo appello
risposero i due maggiori sovrani del tempo, l'imperatore di Germania Corrado III e il re di Francia Luigi VII. Partiti
separatamente per via di terra, incontrarono difficoltà impreviste. Quando le loro truppe si furono congiunte, posero
l'assedio intorno a Damasco, ma i contrasti sorti tra crociati residenti e crociati appena giunti circa le modalità della
guerra, permisero all'emiro di Damasco di corrompere una parte dei crociati. Sdegnato, Corrado III decise il ritorno in
patria, mentre Luigi VII rimase ancora per qualche mese senza conseguire risultati apprezzabili (1147). La fine ingloriosa
della Seconda crociata causò profondo disagio in Occidente e nessun vantaggio al regno di Gerusalemme. Le crescenti
difficoltà dell'impero bizantino furono l'altra causa del ritorno offensivo dei musulmani.
La terza crociata. Gli stati crociati erano stati avvantaggiati dalla disunione regnante nel mondo musulmano. Le cose
cambiarono quando in Egitto riuscì ad impadronirsi del potere un giovane combattente di bassa estrazione sociale,
Saladino. Egli voleva riconquistare la Palestina, approfittando delle discordie fra i baroni e della debolezza del regno di
Gerusalemme. Nel 1187 occupò Gerusalemme. Il papa Clemente III indisse una nuova crociata, cui parteciparono
l’imperatore Federico il Barbarossa, il re d’Inghilterra Riccardo Cuor di Leone e, malvolentieri, il re di Francia Filippo
Augusto. Nonostante i successi iniziali, il 12 settembre 1192 re Riccardo, comprendendo la difficoltà di riconquistare la
città santa, firmò saggiamente un accordo con Saladino: quest’ultimo manteneva il possesso di Gerusalemme, ma si
impegnava a permettere ai pellegrini cristiani disarmati di entrarvi. Il re inglese, poté al contempo rafforzare le città
costiere, da Giaffa a Tiro. Inoltre, la conquista dell’isola di Cipro rappresentò un innegabile successo perché forniva agli
Occidentali un avamposto importante nel Mediterraneo orientale, dove svolse un ruolo economico di primo piano. L’anno
dopo Saladino morì e dopo sei anni anche il re inglese morì a 41 anni in seguito ad una ferita riportata nel sedare una
rivolta nei suoi territori francesi. Pochi in Occidente compresero la lungimiranza delle scelte di re Riccardo e così papa
Innocenzo III cominciò a lanciare appelli per una nuova crociata.
La quarta crociata. Fu indetta nel 1198 e aveva come obiettivo il recupero dei Luoghi Santi; però le cose non andarono
secondo programma. I crociati, infatti, dipendevano completamente da Venezia, che aveva loro fornito navi, denaro e
truppe e così gli obiettivi di attacco furono i luoghi che a Venezia interessava conquistare per assicurarsi il dominio dei
mari. Nel 1204 si giunse a conquistare Costantinopoli, la capitale cristiana dell’impero bizantino, che fu saccheggiata. Fu
fondato un Impero Latino, dalla vita breve, che doveva favorire il primato commerciale veneziano. La conquista di
Costantinopoli aumentò ulteriormente la divisione fra cristiani d’oriente e d’occidente.
Le altre crociate. I papi continuarono a predicare la necessità di una crociata per la riconquista della Terrasanta; nel XIII
secolo, infatti, se ne ripeterono altre quattro, ma i loro risultati non furono duraturi e i Turchi rimasero stabilmente i
padroni della Palestina.