da ari_merqu » 26 ago 2013, 13:49
Età di Cesare più accenni al secondo triumvirato
L’epoca dalla morte di Silla (78 a.C.) e quella di Cesare (44 a.C.) è chiamata età della tarda repubblica o età di Cesare. Riaccese lo scontro tra le fazioni di optimates e populares a cui si aggiunse la congiura e il conseguente tentativo di colpo di stato di Lucio Sergio Catilina nel 63 a.C., poi sventato da Cicerone. Emersero nuove personalità come Pompeo e Cesare che si divisero in fretta il potere su Roma e poi combatterono per la supremazia. La vecchia classe dirigente senatoria era corrotta e divisa e questo portò all’emergere del ceto equestre. Il popolo romano, logorato dalle guerre civili, perde il senso di appartenenza allo Stato e la fiducia nel mos maiorum. I provinciali, inoltre, avevano ampliato ulteriormente i domini romani rendendo difficile il controllo, la svolta autocratica fu uno sbocco naturale.
POMPEO (HOMO NOVUS) fu la figura politica più di spicco dopo Silla. Si guadagnò prestigio militare con la vittoria in molte battaglie:
• sconfisse in Spagna il ribelle Sertorio (80-73 a.C.) con la corruzione di un amico di quest’ultimo;
• prese parte all’attacco contro Spartaco (73-71 a.C.) che aveva capeggiato una rivolta di schiavi in Italia: inzialmente viene mandata una legione più un console per sconfiggerlo, ma perdono. Viene allora mandato Crasso, uomo molto ricco ma senza ancora una gloria militare; organizza una grande spedizione contro Spartaco la cui idea era quella di uscire dall’Italia, è però costretto a tornare indietro per il volere dei compagni, Crasso allora lo sconfigge proprio in quel frangente. Un gruppo però riesce a scappare e ad andare di nuovo verso il nord Italia e qui incappa in Pompeo, appena tornato dalla Spagna, che un solo attacco decisivo li stermina tutti. Pompeo si prende tutto il merito e la gloria della battaglia. Nel 70 a.C. si allea politicamente con Crasso e fanno un accordo per riuscire a essere eletti consoli. Insieme abrogano le leggi sillane e danno territori ai veterani, inoltre sfruttano le Verrine di Cicerone per ridimensionare il ruolo nel senato nelle questio de repeduntis il cui tribunale era formato integralmente da senatori e, di conseguenza, raramente condannavano un loro pari: con la nuova legge solo un terzo dei giudici sarà senatore;
• contro i pirati che infestavano il Mediterraneo (67 a.C.) esercitò l’imperium proconsolatum maius (potere assoluto nel Mediterraneo) e li conduce a ripopolare certe zone di quest’area dove lavorano d’agricoltura;
• contro il re del Ponto, Mitridate, nel 66-63 a.C., inizialmente affidata a Locullo, consegue una schiacciante vittoria dopo la quale espande i domini romani nel vicino Oriente riducendo a provincia il regno dei Seleucidi e instaurando un protettorato romano in Palestina. Al suo ritorno a Roma (62 a.C.), però, non riceve alcun riconoscimento dal senato che inzialmente sembra anche non accettare i nuovi territori conquistati.
Primo Triumvirato (60 a.C.) è il nome che gli storici hanno attribuito alla alleanza politica non ufficiale di Caio Giulio Cesare (parente di Mario e di simpatia polulares), Marco Licinio Crasso (molto ricco ma non riesce ad affermare leggi a suo favore), e Gneo Pompeo Magno. Al contrario del Secondo Triumvirato, il Primo Triumvirato fu caratterizzato da un accordo strettamente privato e non ebbe valore ufficiale – il suo potere nello Stato romano derivò dall'influenza personale dei Triumviri nella politica della Repubblica – e fu di fatto mantenuto segreto per un po' di tempo come parte del progetto politico dei Triumviri stessi.
Cesare unì la loro influenza alla sua per essere eletto console nel 59 a.C., Pompeo ottenne i riconoscimenti per la sua attività di conquista in Occidente e Crasso, oltre a vantaggi economici cospicui, una nuova visibilità politica.
Da console, Cesare fa passare leggi a favore di Crasso e di Pompeo distribuendo parti dell'ager publicus ai suoi veterani, ed ebbe, in qualità di proconsole, il governo delle due parti della Gallia (Cisalpina e Transalpina, dove combatte dal 58 al 51 a.C. conquistandola interamente) e dell'Illiria. Nel 56 a.C. si svolge il convegno di Lucca dove Crasso e Pompeo, spaventati per la potenza di Cesare, lo richiamano in Italia. Egli torna e qui si accordano per un consolato di Pompeo e Crasso nel 55 a.C. e per il proconsolato del primo in Spagna e del secondo in Siria (da qui vuole spingersi oltre e fare una guerra contro i Parti, popolo dotato di una cavalleria molto potente interamente corazzata, anche per quanto riguarda i cavalli, e di arceri con un particolare tipo di arco; Crasso verrà sbaragliato e morirà nel 53 a.C. in battaglia). In cambio di tutto questo, Cesare riesce a ottenere il proconsolato fino al 52 a.C.
Negli anni in cui è impegnato come proconsole, lascia a Roma Clodio, nemico di Cicerone, che si era fatto declassare da patrizio a plebeo cambiando il nome da Claudius a Clodius. Questi riesce a farsi eleggere tribuno della plebe e da questa carica attua i desideri di Cesare in maniera decisamente sanguinaria ottenendo l’esilio di Cicerone per l’uccisione dei catilinari (cittadini romani). Nel 52 a.C. Clodio viene ucciso da Milone e Pompeo viene eletto consul sine collega, si mette allora dalla parte del senato (Cesare e lui non potevano più spartirsi il dominio, erano entrambi troppo potenti). Nel frattempo scade il proconsolato di Cesare in Gallia, ma questo vuole tornare a Roma solo dopo essere stato eletto console (consul in absentia). Il senato non acconsente e gli ordina di ritornare in patria da solo e senza esercito. Cesare allora è costretto a tornare a Roma oltrepassando il Rubicone (49 a.C.) e dichiarle guerra: inizia la guerra civile tra lui e Pompeo. Con una sola legione conquista Roma, le tre legioni di Pompeo sono sparse e mal organizzate poiché non si aspettavano un attacco da parte sua. Pompeo allora scappa verso Brindisi per poi andare in Oriente e radunare un esercito, Cesare, dopo aver sconfitto le truppe spagnole del rivale, lo segue. Pompeo è costretto dal senato, benché non voglia, ad attaccare Cesare e viene così sconfitto a Farsalo (48 a.C.), ma riesce comunque a scappare e rifugiarsi in Egitto, ma il re si schiera dalla parte di Cesare e lo uccide. Egli giunge alla corte egiziana e scopre cos’è accaduto, depone allora il faraone e pone al suo posto la sorella Cleopatra di cui diventa l’amante difendendola anche dagli attacchi del fratello. Al popolo tutto questo non piace e scoppia il così detto bellum alexandrinum. Nel frattempo Cesare sconfigge i pompeiani altre due volte: 46 a.C. a Tapso e 45 a.C. a Munda. Nel 47 a.C. combatte a Zela contro il figlio di Mitridate che, per riprendere potere, aveva mosso un’offensiva in Asia Minore. Cesare giunse e in una sola volta lo sconfisse: vedi, vidi, vici. Tornato poi a Roma, si fece nominare imperator e nel 44 a.C. dittatore a vita. Fu accorto a mantenere il consenso tra popolo e soldati e riscosse un grande successo: era amato. Ma nello stesso anno in cui ottenne la carica di dittatore, fu ucciso con una congiura da Marco Giunio Bruto e Gaio Cassio Longinio. Da qui scoppiò una nuova fase di lotte civili e violenza che sfocerà nel 43 a.C. alla costituzione del
secondo triumvirato, alleanza stipulata tra Ottaviano Augusto (figlio adottivo di Cesare e nominato da quest’ultimo suo erede, era però poco più di un ragazzo), Marco Antonio (luogotenente di Cesare che si era spesso scontrato con Ottaviano per il potere) e Marco Emilio Lepido. Fu costituito per legge come Triumviri Reipublicae Constituendae Consulari Potestate (Triumviri per la Costituzione della Repubblica di Potere Consolare). Il patto fu stipulato su un'isoletta del Fiume Reno, presso l'allora colonia romana di Bononia, odierna Bologna. Si formò dopo che Marco Antonio, allo scadere del suo consolato del 44 a.C. (dopo la morte di Giulio Cesare) che aveva ricoperto insieme al collega Publio Cornelio Dolabella, invece di andare a ricoprire il proconsolato in Macedonia, decise di dirigersi verso la Gallia Cisalpina e la Gallia Comata, già destinate al cesaricida Decimo Bruto: inizia la Guerra di Modena. Bruto impedì ad Antonio di partire, quindi quest'ultimo rispose assediando il cesaricida nella città di Modena. Cicerone, che da molto tempo era avverso ad Antonio e già alcune volte lo aveva attaccato in senato, torna a Roma per pronunciare le Filippiche, da questo ottiene che egli sia considerato nemico pubblico. Per evitare problemi ma soprattutto per ostacolare Marco Antonio (che lo infastidiva con il suo approccio "cesariano" alla politica), il senato, utilizzando l'arma del senatus consultus ultimum, diede ai consoli l'imperium del 43 a.C., in più a Ottaviano, per sbarazzarsi di Antonio. Allora Ottaviano e l’esercito dei nuovi consoli attaccano Antonio, vincono ed egli scappa a Nord dall’amico Lepido grazie al cui sostegno riuscì infine a sferrare il colpo di grazia e uccidere Decimo Bruto. Nel frattempo, a Roma, non essendo rientrati i due consoli del 43 a.C. Ottaviano chiedeva di essere nominato console: negatogli il consenso, Ottaviano, marcia su Roma e si fa eleggere console. In quest'anno, dopo aver ottenuto di mutare il nome in Caio Giulio Cesare Ottaviano, il console decide di riappacificarsi con Lepido ed Antonio con il Triumvirato costituente (cioè per la riorganizzazione dello stato). Con il nuovo potere che gli consentiva l’alleanza, Antonio tornò a Roma e inziò la repressione, tramite liste di proscrizione, di tutti quelli che erano, o erano stati avversi, alla sua politica: in cima a questa vi era Cicerone. Egli fu ucciso mentre tentava di scappare e la sua testa e le sue mani furono appese ai rostri nel foro come monito a chiunque avesse osato in futuro scrivere o parlare contro Antonio.
Secondo il Triumvirato, ad Antonio sarebbe spettato il proconsolato nella Gallia Cisalpina e Comata, a Lepido la Gallia Narbonense e l'Africa, ad Ottaviano le Spagne, la Sicilia, la Sardegna e la Corsica.
Sconfitti i cesaricidi Bruto e Cassio nel 42 a.C. a Filippi, i Triumviri divisero l'Impero Romano in tre aree di influenza: ad Antonio l'Oriente più le Gallie, a Lepido l'Africa, ad Ottaviano le Spagne, la Sicilia, la Sardegna, la Corsica, più il compito di concedere terre ai veterani che valorosamente avevano servito a Filippi.