da ari_merqu » 26 ago 2013, 13:51
ENEIDE
Libri I-VI parte “Odisseica”
Libro I: Enea viagga dalla Sicilia verso le coste Italiche, è colpito da una tempesta mandata da Eolo sotto ordine di Giunone. Perde molte navi, alcune (sua compresa) giungono a Cartagine. Sono accolti dalla regina Didone che invita Enea a raccontare le sue perenigrazioni.
Libro II: Racconto della distruzione di Troia (inganno del cavallo da parte di Sinone) e della sua fuga con il padre Anchise, la moglie Creusa, i Penati e il figlio Astianatte. Creusa si perde durante la fuga.
Libro III: Dopo una sosta in Tracia, viaggio verso Delo dall’oracolo di Apollo che gli profetizza di cercare “l’antica madre”. Si pensa a Creta per il capostipide Teucro, giunti lì trovano una pestilenza (segnale infausto) e ripartono. I Penati in sogno dicono ad Enea che l’antica madre è l’Italia per il progenitore Dardano. Una tempesta li spinge su un’isola dove sono assaliti dalle Arpie. Ricevono una profezia dalla regina del posto e poi una nell’Epiro da Eleno. Viaggiano lungo le coste italiane e muore Anchise. Ripreso il viaggio sono colti dalla tempesta di Eolo.
Libro IV: Didone si innamora di Enea e lo confessa alla sorella Anna che la sprona all’unione. Un accordo tra Giunone e Venere (madre di Enea) consente l’unione. La Fama ne diffonde la notizia. Giove ordina a Enea di ripartire. Giunone cerca di trattenerlo, ma lui parte lo stesso. Lei allora si uccide con la spada lasciata da Enea.
Libro V: Enea arriva in Sicilia dove fa i giochi funebri in onore di Anchise. Le donne, sotto influenza di Giunone, danno fuoco alle navi ma una tempesta e l’intervento di Enea bloccano i danni. Enea riparte e lascia nell’isola vecchi e donne.
Libro VI: Giunge a Cuma e qui ottiene una profezia dalla Sibilla. Con lei scende nell’Ade. Nell’Averno vede gli spriti dei mali dell’umanità. All’Acheronte, tra le anime degli insepolti, trova quello del nocchiere Palinuro, all’Antinferno scorge Didone tra i morti suicidi. Evitato il Tartaro arriva ai Campi Elisi dove c’è il padre. Gli mostra sulle rive del Lete le anime che saranno destinate a incarnarsi nei grandi discentendi dei Troiani (tra cui anche l’anima di Augusto).
Libri VII-XII parte “Iliadica”
Libro VII: Enea giunge alla foce del Tevere, riconosce la terra come quella della profezia. Cerca l’alleanza col re del luogo Latino che gliela concede memore di una profezia che voleva per la figlia Lavinia un sposo straniero. Giunone manda la Furia Aletto a suscitare guerra tra Troiani e Latini (aizza contro Enea Amata, moglie di Latino, e anche Turno, promesso sposo di Lavinia, causa una zuffa mortale in una caccia tra Troiani e Latini). Scoppia la guerra.
Libro VIII: Enea in difficoltà chiede aiuto all’arcade Everno che gli offre un sussidio capitanato dal figlio Pallante e gli consiglia di allearsi con gli Etruschi che secondo una profezia aspettano un condottiero straniero per muovere guerra a Turno che aveva accolto il tiranno Mezenzio da loro cacciato. Enea va in Etruria e riceve dalla madre Venere un’armatura effigiata con scene della futura Roma.
Libro IX: Eurialo e Niso tentano di raggiungere Enea con una sortita notturna conclusosi con la morte dei due da parte dei Rutuli (popolo di Turno). All’alba la battaglia riprende.
Libro X: Giove riunisce a concilio gli idei e gli chiede di accordarsi, Enea torna via mare dai suoi. La battaglia riprende e Mezenzio, fra i Rutuli, fa strage di Troiani mentre Turno uccide Pallante. Mezenzio viene ferito da Enea e sostituito dal figlio Lauso ucciso a sua volta da Enea stesso. Mezenzio torna in battaglia sconvolto dal dolore e qui viene ucciso sempre da Enea.
Libro XI: La battaglia è a favore di Enea che concede una tregua ai Latini. A Laurento è convocato un consiglio in cui Latino si dichiara favorevole a una pace coi Troiani. Turno si oppone si dichiara anche pronto a battersi da solo contro Enea. L’esercito di Troia muove contro Laurento e Turno con l’amazzone Camilla prepara il controattacco. Mentre questa semina il terrore tra i nemici, viene uccisa.
Libro XII: Duello mortale tra Turno ed Enea. La sorella di Turno, la nifa Giuturna, istigata da Giunone, rompe la tregua durante i preparativi per il duello. Si riaccende la lotta tra Troiani e Rutuli. Enea è ferito e si allontana dal campo di battaglia seguendo Giuturna che guida il carro di Turno. La regina Amata crede Turno morto e si suicida, Turno si dirige verso la città per scontrarsi con Enea risanato. Entrambi perdono le loro armi, recuperate per intervento divino mentre nei cieli si sta verificando un accordo tra Giunone e Giove: il nuovo popolo che nascerà (i Romani) manterrà lingua, usi e costumi dei Latini. Enea batte turno al duello, è impietosito dalle sue parole ma quando vede il balteo di Pallante sulla sua spalla, lo uccide.