Dunque non appena Mario si rese conto che i detti dell'aruspice tendevano allo stesso proposito, a cui il desiderio dell'animo esortava, chiese a Metello di ottenere l'incarico. Anche se la virtù, la gloria e le altre cose desiderabili dagli onesti prevalevano tuttavia in costui era insito un animo sprezzante ed una superbia, il male comune della nobiltà. Pertanto per la prima volta si emozionò essendo la cosa insolita nel meravigliarsi della decisione di costui e per così dire per amicizia ad ammonire ...
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