da jessy.7 » 8 gen 2011, 13:18
[quote="rebecca"]Alexander corpora milites curare iussit ac deinde tertia vigilia instructos et armatos esse. Ipse in iugum editi montis escendit, multisque collucentibus facibus, patrio more, sacrificium dìspraesedibus loci fecit. Iamque tertium, sicut praecetum erat, signum tubae miles acceperat,itineri simul paratus ac proelio; strenueque procedentes, oriente luce pervenerunt ad angustias, quas occupare decreverant. Dareum triginta inde stadia abesse praemissi indicabant. Tunc consistere agmen iubet armisque ipse sumptis aciem ordinat. Dereo adventum hostium pavidi agrestes nuntiaverunt, vix credenti occurrere etiam eos quos ut fugientes sequebatur. Ergo non mediocris omnium animos formido ( quippe itineri quam proelio aptiores erant) incesserat raptimque arma capiebant. Sed ipsa festinatio discurrentium, suosque ad arma vocantium, maiorem metum incussit. Alii in iugum montis evaserant, ut hostium agmen inde prospicerent; equos plerique frenabant. Discors exercitus, nec ad unum intentus imperium, vario tumultu cuncta turbaverat.
Alessandro ordinò ai (propri) soldati di ristorare le forze ["curare corpora" è espressione idiomatica] e, quindi, di essere pronti ed armati entro la notte [lett. "terta vigilia" comprende un lasso di tempo che va da mezzanotte alle 03:00]. Lo stesso (Alessandro) ascese alla vetta del monte e, alla luce di molte fiaccole - secondo l'uso patrio - sacrificò [dedit sacrificium] alle divinità protettrici del luogo. Nel frattempo, l'esercito [miles, ma inteso in senso collettivo] aveva ricevuto il terzo squillo di tuba [quello che appunto annunciava la "tertia vigilia"] - così com'era stato convenuto [suppongo "praeceptum" - praecipio] - pronto, paritempo, alla marcia e alla battaglia.
Avanzando imperterriti, giunsero - all'alba [oriente luce] - alle strette [ovvero ai luoghi in strettoia] su cui avevano deciso di appostarsi [lett. che avevano deciso di occupare]. L'avanscoperta [lett. praemissi, ovvero coloro che venivano mandati innanzi] segnalava che (l'esercito di) Dario distava trenta stadi [uno stadio corrispondeva a ca 185 m.] da lì. Al che, (Alessandro) ordina [nota il passaggio al presente storico-narrativo] di arrestare la colonna (di marcia) e, sfoderate egli stesso le armi, dà il segnale d'attacco ["ordinat aciem" è espressione idiomatica].
Gli abitanti del luogo [agrestes], impauriti, informarono dell'avanzata nemica Dario [suppongo "Dareo"] - il quale a malapena [vix] era disposto a credere addirittura [etiam] che avanzassero [occurrere] coloro i quali egli (invece) inseguiva come fuggitivi [la trad. è un po' maccheronica: il senso è che Dario riteneva l'esercito di Alessandro in fuga, e non certo in grado di sferrare attacchi]. E dunque il o [formido non mediocris] si era insinuato negli animi di tutti - del resto, erano più adatti a marciare che a guerreggiare - e (tutti) prendevano in fretta e furia le armi.
Ma la precipitazione stessa di coloro che correvano qua e là a spronare i propri (commilitoni) alle armi, finì con l'accrescere il o. Alcuni si erano appostati [evaserant, erano saliti] sull'altura del monte, per scorgere da lì l'esercito nemico (che avanzava); la maggior parte (dei soldati, invece) imbrigliavano i cavalli.
(Ebbene) un esercito raccogliticcio [discors], né disposto ad un unico comando, aveva prodotto il generale scompiglio [turbaverat cuncta vario tumultu].
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