Vini parcissimum ne inimici quidem negauerunt. Marci Catonis est: unum ex omnibus Caesarem ad euertendam rem publicam sobrium accessisse. nam circa uictum Gaius Oppius adeo indifferentem docet, ut quondam ab hospite conditum oleum pro uiridi adpositum aspernantibus ceteris solum etiam largius appetisse scribat, ne hospitem aut neglegentiae aut rusticitatis uideretur arguere. Abstinentiam neque in imperiis neque in magistratibus praestitit. ut enim quidam monumentis suis testati sunt, in Hispania pro consule et a sociis pecunias accepit emendicatas in auxilium aeris alieni et Lusitanorum quaedam oppida, quanquam nec imperata detrectarent et aduenienti portas patefacerent, diripuit hostiliter.
Anche i suoi nemici dicono che fu assai parco nell'uso del vino. È di Marco Catone il detto: «Fra tutti coloro che si apprestarono a rovesciare lo Stato, solo Cesare era sobrio.» Nei riguardi del vitto Gaio Oppio lo mostra tanto indifferente che una volta, essendogli stato servito da un ospite olio rancido al posto di olio fresco, mentre tutti gli altri convitati si risentivano, lui solo se ne mostrò entusiasta, per non aver l'aria di rimproverare l'ospite stesso della sua negligenza o della sua mancanza di buon gusto. Conservò la moderazione sia durante i periodi di comando, sia durante le sue magistrature. Secondo quanto affermano alcuni autori nei loro scritti, quando era proconsole in Spagna, non si fece riguardo di prendere denaro dai suoi alleati, dopo averlo mendicato, per pagare i suoi debiti, e distrusse, come nemiche, alcune città dei Lusitani, sebbene non si fossero rifiutate di versare i contributi imposti e gli avessero aperto le porte al suo arrivo.