da giadadancer » 26 mag 2012, 11:30
TIBULLO: III ELEGIA DEL I LIBRO
O Messalla non andrete senza di me per le onde egee. O siate memore di me, tu stesso e la coorte. La Feacia mi trattiene ammalato in terre ignote. Tienile lontane o nera morte, adesso le avide mani ti prego. Qui non c’è per me la madre che raccolga nel suo mesto grembo le ossa bruciate, non la sorella che sparga sulle mie ceneri profumi assiri e pianga con i capelli sciolti dinnanzi al mio sepolcro. Neppure Delia che congedandomi dalla città si dice abbia consultato tutti gli dei.
Ella estrasse tre volte le sacre sorti del fanciullo, a lei il fanciullo restituì tutte e tre le volte presagi sicuri. Tutti i presagi davano il ritorno. Tuttavia non si trattenne mai dal piangere e dal guardare con ansia il mio viaggio. Io stesso benché la consolassi, pur avendo già dato gli ordini cercavo continuamente lenti indugi. Io stesso adducevo come pretesto di uccelli o presagi funesti o che il sacro giorno di Saturno mi avrebbe sostenuto. O quante volte iniziato il viaggio dissi che il piede inciampato in una porta mi aveva dato segni funesti. Nessuno osi partire contro il volere di Amore. O sappia che è partito contro il volere di un dio