NAVIGARE NECESSE EST

Messaggioda SOA » 6 feb 2018, 17:25

Multae naves multique nautae quoannis in mari pereunt. In fundo maris plurimae naves mersae iacent. Nec tamen ullis periculis a navigando deterrentur nautae "Navigare necesse est" aiunt et merfcatores, qui ipsi pericula maris adire non audent, haec adiciunt: "Vivere non est necesse!" Mercatores merces sua magni aestimant, vitam nautarum parvi aestimant! ...

dal libro lingua latina per se illustrata
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Messaggioda giada » 12 apr 2018, 8:43

Multae naves multique nautae quoannis in mari pereunt. In fundo maris plurimae naves mersae iacent. Nec tamen ullis periculis a navigando deterrentur nautae "Navigare necesse est" aiunt et merfcatores, qui ipsi pericula maris adire non audent...

Molte navi e molti marinai ogni anno periscono in mare. In fondo al mare giacciono molte navi affondate. E tuttavia i marinai non vengono distolti dal navigare da alcun pericolo. “Navigare è necessario“ affermano, e i mercanti, i quali proprio non osano affrontare i pericoli del mare aggiungono “Vivere non è necessario!” I mercanti attribuiscono molto valore alle proprie merci, considerano la vita dei marinai di poco valore! Ma in realtà non tutti i mercanti tornano a casa, quando trasportano le loro merci con le navi. Alcuni viaggiano per mare in terre straniere perché non vogliono affidare merci preziose ai marinai, come quel famoso mercante romano che viaggia sulla stessa nave di Medo e Lidia. Egli partì contento da Ostia con merci preziose che aveva acquistato in Italia con tutto il suo denaro, con l’intenzione di venderle in Grecia ad un prezzo più alto. Così sperava di realizzare un grande guadagno. Ma subito tutto quella speranza svanì, infatti le merci, nelle quali aveva riposto ogni speranza, furono sommerse dai flutti. All’improvviso il mercante da ricchissimo divenne poverissimo. Non fa meraviglia che egli fosse triste. Il mercante, avvicinandosi al timoniere, tra molte lacrime, si lamenta: “ Oh, povero me! Tutte le cose che possedevo sono in fondo al mare, Che farò? Cosa spererò? In che modo manterrò la moglie e i figli? Non mi è rimasta neppure una moneta di rame: ho perduto tutto, Ohimè!” “Smetti di lamentarti! “ dice il pilota, “Infatti non hai perduto tutto dato che tua moglie e i tuoi figli sono salvi. Forse che non valuti i figli più di queste merci? È brutto perdere le ricchezze, ma molto più brutto perdere i figli.” Con tali parole l’uomo di mare tenta di confortare il triste mercante, ma invano, infatti quello subito “ Non stare a consolarmi tu “ dice” che proprio tu hai ordinato che le mie merci fossero gettate (in mare)!”Il pilota : “Con il lancio in mare delle merci la nave è stata salvata.” Il mercante: “Dici bene: le mie merci sono state gettate a mare perché la tua nave fosse salva!” Il pilota: “ Abbiamo gettato a mare le merci per essere tutti salvi. Con la perdita delle merci non solo la nave, ma anche la vita di noi tutti è stata salvata. Certo, le merci perirono, ma nessuno di noi perì. Dunque, stai di buon animo! Sii felice insieme a noi che tu non hai perso la vita insieme con le merci! Noi uomini siamo felici. ” Il mercante: “Certo voi siete felici, infatti nessuno di voi ha perduto un asse. Non fa meraviglia che siate felici. Ma non consigliatemi di essere felice, dopo che mi avete tolto tutto! La vostra gioia non mi influenza. “ Il pilota: “ E la tua tristezza non influenza nessuno di noi. Sono sempre contento quando penso ai miei figli, che sono presi dalla più grande gioia, quando vedono che il loro padre torna salvo da un viaggio per mare pericoloso”. Il mercante: “ Anche io amo i miei figli e non voglio infliggere loro un dolore. Ma in quale modo vivremo senza soldi? In quale modo comprerò cibo e vestiario per i miei piccoli? O dei immortali! Ridatemi le merci!”. Il pilota: “ A che serve implorare gli dei che ti vengano restituite le cose perdute? Invano implori questo.” Il mercante: “ Dunque che farò. Io stesso salterò dalla nave o rimarrò sulla stessa nave con voi?” L’uomo era così sconvolto che si chiedeva se saltare in mare o restare sulla nave. “ Salta subito!” dice il pilota, “ Nessuno di noi te lo impedisce. Ma certo non sarai tanto fortunato quanto Arione che fu salvato dal delfino.” Il mercante, che non sapeva di Arione, “ Chi mai è rione?” dice, “ Non conosco neppure il nome.” Il pilota: “ Sei proprio ignorante se non lo conosci. Arione, uomo nobile nato a Lesbo, suonava con la lira così bene da essere denominato un altro Orfeo. ...
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