da theanswer8 » 6 gen 2011, 23:47
CONFRONTO TRA CARONTE E CATONE
Durante il suo viaggio Dante incontra due personaggi particolarmente significativi, l’uno guardiano dell’inferno, l’altro custode del purgatorio.
Giunto nell’uniforme e tetra oscurità del paesaggio infernale fatto di rocce ferrigne e acque fangose, Dante incontra Caronte, divinità ctonia che ha il compito di traghettare le anime sull’altra riva del fiume Acheronte.
E’ evidente da subito il contrasto con il purgatorio, in cui si trova invece Catone, il cui paesaggio vede la riscoperta dei colori per merito della luce e una nota di azzurro che tinge il cielo ritrovato.
I due personaggi si differenziano fin dal loro ingresso: Caronte infatti entra sulla scena in maniera irruenta e inattesa, colto mentre traghetta i morti manovrando la barca ferrigna con un’asta mentre Catone viene colto in una posa statuaria e sacrale, avvolto in una barba bianca che lo rende venerando.
Questo elemento è forse l’unico che che accomuna le due descrizioni, le quali tra l’altro avvengono in due momenti differenti.
Caronte viene descritto subito dopo il suo ingresso; egli presenta una lunga barba bianca, gli occhi come fiamme e un lurido mantello che gli pende dalle spalle.
Alle sue caratteristiche fisiche demoniache si unisce anche una gestualità minacciosa e invettive gridate.
Catone invece viene descritto solo in seguito; Dante infatti mette dapprima in risalto il suo rispetto per il personaggio, paragonabile a quello di un figlio nei confronti del padre.
Nel volto del guardiano del purgatorio risplende la luce delle quattro stelle rappresentanti le quattro virtù cardinali, con evidente significazione simbolica di uomo dalle salde virtù.
Le immagini che ci vengono presentate sottolineano oltre alle caratteristiche fisiche dei due personaggi anche le qualità morali:
Caronte è un personaggio sinistro, che incute timore e oscuro come il paesaggio che lo circonda il quale lo rende una figura ancora più drammatica e dinamica; in lui compare una forte energia interiore e volontà di dominio, oltreché un’inclinazione all’ira; egli costituisce dunque una personificazione del demonio.
Catone invece presenta un aspetto severo, austero e composto e rappresenta l’uomo nella sua vicenda eterna, portatore di libertà morale.
E’ evidente dunque il contrasto tra l’immagine rude del nocchiero infernale da quella solenne del custode del purgatorio.
Importante risulta poi il loro dialogo con Dante e Virgilio:
Al cospetto del guardiano dell’inferno, Dante non proferisce parola, lasciando alla sua guida il compito di rispondere alle sue invettive.
Catone invece si rivolge ai due viaggiatori in modo garbato ma con una certa severità per il consueto equivoco di scambiarli per dannati. Virgilio però che nei confronti di analoghe osservazioni da parte di Caronte aveva dimostrato notevole carattere e fermezza, sembra sentirsi a disagio, colto quasi alla sprovvista e prima di iniziare il suo resoconto fa inginocchiare Dante e gli fa abbassare gli occhi in segno di umiltà e di sottomissione, riprendendo quel motivo di mansuetudine che attraversa tutto il canto.
Il netto contrasto tra il guardiano dell’inferno e il custode del purgatorio è dunque messo in luce oltre che dalla descrizione dei due personaggi, dal paesaggio, dagli elementi che li circondano e dal lessico nonché dalla forma utilizzata.