Magna eloquentia est utendum

1. Bisogna avvalersi di una grande eloquenza, affinché gli uomini comincino a desiderare la morte o almeno smettano di temerla.


2. Orazio, dopo aver ucciso i tre Curiazi e aver perso due fratelli, si accorse che sua sorella non si doleva della morte dei fratelli, e che invece chiamava il nome dello sposo Curiazio con pianto e lamento: sopportando con vergogna la cosa, uccise la vergine.
3. L'oratore perfetto è quello che, recitando, ammaestra, allieta e commuove gli animi di coloro che ascoltano.
4. L. Quinzio, dopo aver sentito che la flotta era partita da lì, ritenendo che non si dovesse perder tempo, la seguì verso l'isola di Samo.
5. Il re Numa, ritenendo che il feroce popolo dovesse essere reso mite disabituandolo (lett. per mezzo della desuetudine) delle armi, rese (il tempio di) Giano un indicatore della pace e della guerra, in modo che aperto indicasse che la cittadinanza era in armi e chiuso indicasse che tutti i popoli circostanti erano in pace.
6. La vista delle mura (sogg. conspecta moenia: le mura viste) per niente facili per l'assediante, dissuasero i Cartaginesi dall'attaccare la città.


7. Sono presenti tutti i Siciliani e si lamentano; ricorrono alla mia lealtà, che hanno già osservato e conosciuto;
8. Cesare afferma che, per tradizione e pratica del popolo Romano, non può concedere a nessuno il transito attraverso la Provincia, e mostra che, qualora gli Elvezii tentino di fare forza, egli è intenzionato ad impedirglielo.
9. Cesare, impadronitosi dell'accampamento di Pompeo, pretende dai soldati che, dedicandosi a fare bottino, non sprechino la possibilità di condurre a termine il resto dell'impresa.
10. Asdrubale, passato l'Ebro con ottomila fanti come intenzionato ad affrontare i Romani al primo loro arrivo, dopo essere venuto a sapere che le circostanze erano disperate, volse la marcia in direzione del mare.
11. Attico, ritenendo quella una situazione adatta a dedicarsi ai suoi studi, si recò ad Atene.
12. Una volta a Nerone era stato predetto dagli scienziati che un giorno sarebbe stato deposto.


13. Si discute se dare ad Antonio la possibilità di distruggere lo stato, di far strage degli uomini giusti, di dividere Roma, di regalare le terre ai suoi ladroni, di schiacciare il popolo Romano con la servitù, oppure se non gli sia concesso affatto fare queste cose.
14. Io ritengo che in questo processo la causa dei Siciliani sia stata accettata da me, mentre quella del popolo Romano sia stata intentata da me; cosicché non devo abbattere un solo individuo malvagio, ciò che mi hanno chiesto i Siciliani, ma devo estinguere ed annientare totalmente tutta la malvagità, ciò che il popolo Romano reclama ormai da tempo.

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