Operosa tenacia di Demostene - Giulio Paride da Dicta Maiorum
Versione pag. 114 n. 60 libro dicta maiorum
Demosthenes cum inter initia iuventae artis, quam adfectabat, primam litteram dicere non posset, oris sui vitium tanto studio expugnavit, ut ea a nullo expressius referretur....
Demostene, non potendo dire la prima lettera dell'arte della retorica agli inizi della sua gioventù, sconfisse il vizio della sua bocca con tanto zelo, cosicché quella da nessuna veniva ripetuta in modo più chiaro, in seguito per la troppa sottigliezza sgradita, con la continua esercitazione condusse la sua voce ad un suono maturo e gradito alle orecchie, sfinito dalla debolezza dei polmoni che aveva negato le forze, l'aspetto del corpo du preso dal lavoro:
infatti esprimava molte parole con un unico respiro e quelle pronunciava salendo verso luoghi a passo veloce e fermandosi in spiaggie piene di bassifondi, emetteva declamazioni, mentre gli si opponevano i fragori delle onde, affinché contro i mormorii dei lunghi discorsi, usasse la pazienza, sopportando con le orecchie, si dice che fosse solito parlare molto e a lungo, inseriti i sassolini nella bocca, che vuota fosse più pronta e più sciolta, combattè con la natura ed usci vincitore col superare la sua avarizia con l'ostinatissima forza d'animo, e così la madre generò un demostene, un altro la perseveranza. , skuolasprint. it
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