Come Evagora sfuggito ad una congiura preparò in esilio il suo ritorno in patria
Inizio: Εξ ων δ'οιον τ'ην οσιως και δικαιως λαβειν αρχην Ευαγορα διεφυλαξεν ... Fine: ων επειδη φευγειν ηναγκασθη τυραννειν ωηθη δειν
(Il Genio/il Dio) sorvegliò Evagora relativamente a quelle cose grazie alle quali gli fosse possibile ottenere il potere giustamente e santamente.
Infatti uno dei principi, avendo ordito un’insidia, uccise il tiranno e cercò di eliminare anche Evagora, ritenendo che non avrebbe potuto ottenere il regno se non avesse tolto di mezzo anche lui. Essendo sfuggito al pericolo e salvatosi in Solo della Cilicia non ebbe lo stesso modo di pensare di coloro che cadono in tali disgrazie. Gli altri, infatti, anche se eventualmente si sono salvati da una tirannide, hanno l’animo poù abbattuto a causa delle presenti disgrazie; egli, invece, giunse a tal punto di elevatezza d’animo che, pur essendo cittadino privato da lungo tempo, poiché fu costretto a fuggire, ritenne che dovesse impadronirsi del potere.
E da una parte tralasciò coloro che vagavano da un Paese all’altro e il cercare il ritorno per mezzo di altri e di coltivare persone più buone di lui; dall'altra invece, avendo preso questa deliberazione, che è necessario che prendano coloro che vogliono vivere secondo la volontà divina vendicare le ingiurie e di non essere i primi ad attaccare e, avendo stabilito di regnare o riuscendo di regnar, se avesse vinto, o di morire, se avesse fallito, avendo radunato circa cinquanta uomini come i più dicono, con costoro si preparava a fare ritorno
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