Encomio di Elena 14 (Isocrate)

διὸ καὶ τὸν γράψαντα περὶ τῆς Ἑλένης ἐπαινῶ μάλιστα τῶν εὖ λέγειν τι βουληθέντων, ὅτι περὶ τοιαύτης ἐμνήσθη γυναικός, ἣ καὶ τῷ γένει καὶ τῷ κάλλει καὶ τῇ δόξῃ πολὺ διήνεγκεν. οὐ μὴν ἀλλὰ καὶ τοῦτον μικρόν τι παρέλαθεν : φησὶ μὲν γὰρ ἐγκώμιον γεγραφέναι περὶ αὐτῆς, τυγχάνει δ᾽ ἀπολογίαν εἰρηκὼς ὑπὲρ τῶν ἐκείνῃ πεπραγμένων.

Per la qual cosa io lodo colui che ha scelto di scrivere su Elena soprattutto (elogio) chi volle parlar(n)e bene, perché richiamò alla memoria (aor. p. μιμνήσκω genitivo)

una donna così straordinaria, che [la quale] superò di molto le altre per stirpe, bellezza e fama. Tuttavia si è slanciato (παρελαύνω) 

in una piccola svista: dice di aver composto un'elogio su di lei, e invece si trova ad aver parlato in difesa delle sue azioni.

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