Evagora capitolo 22, 23 e 24

Παῖς μὲν γὰρ ὢν ἔσχεν κάλλος καὶ ῥώμην καὶ σωφροσύνην, ἅπερ τῶν ἀγαθῶν πρεπωδέστατα τοῖς τηλικούτοις ἐστίν....

Infatti possedeva (ἔχω), nonostante fosse un bel giovane, anche forza e saggezza. cose che sono, tra le virtù, le cose più convenienti per un ragazzo di quell’età. E qualora qualcuno portasse (ott. aor. ποιέω)

testimoni di queste cose, per la saggezza quelli che fra i cittadini furono educati (κρατέω) assieme a lui, per la bellezza tutti quelli che lo videro, per la forza quelli che parteciparono ai combattimenti, nei quali egli era il migliore tra i compagni.

Nel diventare uomo tutte queste cose si accrebbero (συναξιόω)ed a queste si sommarono (προσγίγνομαι), oltre a quelle, la virilità e la sapienza e la rettitudine, e questo non con moderazione come per gli altri, ma ognuna di quelle per il meglio. Infatti egli portò alle virtù del corpo e dell’anima, così che, quando i regnanti in quel tempo lo vedevano, erano sorpresi (ἐπιπλήσσω) e timorosi per il (loro)

governo temendo che non fosse possibile che egli passasse la vita nel modo di un semplice cittadino, e ogni volta che consideravano la (sua) capacità, si affidavano completamente a lui quando qualcuno avesse osato recare loro danno sicuri che avrebbero avuto Evagora come difensore. (by Geppetto)

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