Isocrate, Lettera a Dionisio 3

ἔτι δὲ πρὸς τούτοις ἐν μὲν ταῖς συνουσίαις, ἢν ἀγνοηθῇ τι τῶν λεγομένων ἢ μὴ πιστευθῇ, παρὼν ὁ τὸν λόγον διεξιὼν ἀμφοτέροις τούτοις...

Ma ancora oltre a ciò perché, nei colloqui, quando qualche espressione non è compresa o creduta, chi espone il discorso, essendo presente, può correre ai ripari in entrambi i casi, mentre nelle missive scritte, se capita qualcosa di simile, non c'è chi rimedi: in assenza del loro autore non sanno a chi chiedere aiuto.

Nondimeno, poiché sei tu che devi essere giudice di ciò, ho viva speranza che possa sembrarti che diciamo qualcosa di valido;

quindi penso che, lasciando da parte le difficoltà suddette, baderai soltanto ai fatti.

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