Panegirico 57
ἐκ δὴ τούτων ῥᾴδιον κατιδεῖν ὅτι καὶ κατ' ἐκεῖνον τὸν χρόνον ἡ πόλις ἡμῶν ἡγεμονικῶς εἶχε: τίς γὰρ ἂν ἱκετεύειν τολμήσειεν ἢ τοὺς ἥττους αὑτοῦ ἢ τοὺς ὑφ' ἑτέροις ὄντας, παραλιπὼν τοὺς μείζω δύναμιν ἔχοντας, ἄλλως τε καὶ περὶ πραγμάτων οὐκ ἰδίων ἀλλὰ κοινῶν καὶ περὶ ὧν οὐδένας ἄλλους εἰκὸς ἦν ἐπιμεληθῆναι πλὴν τοὺς προεστάναι τῶν Ἑλλήνων ἀξιοῦντας;
Da queste cose è facile vedere che anche in quel tempo la nostra città esercitava l'egemonia.
Chi mai si risolverebbe a supplicare o quelli inferiori a sé o coloro che sono soggetti ad altri, lasciando da parte i più potenti, specialmente nel caso non di faccende private, ma d'interessi comuni e di cui non sarebbe stato naturale che si curassero altri all'infuori di quelli che pretendevano di dirigere i greci?
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