Enea fugge da Troia
Troiani cum Graecis multos annos bellum gesserunt. Graeci numero Troianos superabant sed Troiani in urbe clausi resistebant... Deinde in Mare naves poseuerunt et susceperunt iter longum.
I troiani sostennero con i Greci una guerra per molti anni. I Greci superavano i Troiani per numero ma i Troiani, chiusi nella città, resistevano per le robuste mura e per il coraggio degli uomini.
Alla fine i Greci occuparono Troia. La furbizia di Ulisse fu lo svantaggio di Troia [si potrebbe anche tradurre questa frase con il dativo di possesso: "Troia ebbe come svantaggio la furbizia di Ulisse ... scegli tu come tradurla]. Enea, principe Troiano, uomo di grande virtù, prese le armi e con molti uomini forti difendeva la città valorosamente.
Ma la dea Venere, madre di Enea, incontrò il figlio nella città e lo sollecitò alla fuga con le sue parole: "I troiani avranno una Nuova Troia (dativo di possesso) nel Lazio. Enea ascoltò le famose parole della madre a malincuore ma fece il suo dovere: convocò i suoi uomini ed amici ed in adunanza ebbe una discussione (con loro) sulle parole della madre Venere.
Tutti gli amici furono d'accordo con Enea. Allora Enea portò sulle spalle il vecchio padre. Poi con il figlio ed un esiguo numero di troiani superstiti fuggì. Enea ed i compagni tagliarono alberi dal bosco e costruirono una nave. Poi misero la nave nel mare ed intrapresero un lungo viaggio.