La spada di Damocle - A Latin Accademy
ALATIN Accademy pagina 171 numero 2.
Eo tempore Syracusis Damocles, Dionysii tyranni adsentator, semper tyranni copias opes maiestatem imperii et vitam totam laudabat....
In quel tempo il siracusano Damocle, adulatore di Dioniso, lodava sempre le truppe, le ricchezze, la grandezza del regno e tutta la vita del tiranno.
E quindi insofferente per gli elogi eccessivi, Dioniso sistema Dionisio in un triclinio magnifico dinanzi ad un'abbondante banchetto. Nella mensa c'erano abbondanti cibi, vasi d'oro ed argento ma dal soffitto pendeva una spada insidiosa legata ad una treccia di cavallo. Allora Damocle timoroso per la spada, ebbe l'immagine della vera vita dei sovrani e vide (lett. vede) chiaramente anche con quale quantità di pericoli (vivessero).
La mortale spada pende sulla testa di Damocle e allo stesso modo molti pericoli circondano sempre la vita beata dei tiranni. Infatti i tiranni sono sempre infelici e non hanno amici premurosi. Devono sempre evitare con grande cura i complotti. Dunque la (loro) vita è dura e spesso i congiunti (quelli a lui vicini) tramano anche dei complotti per il tiranno.
Così la mensa, i cibi ed i bei vasi non sono (più) considerati vantaggiosi e (visti) con desiderio da Damocle. Rimpianse (lett, presente) solo la sua felicità con una casa piccola e libera ed una vita sicura.
Dapiena di cibi prelibati, di vasi d'oro e d'argento, su un magnifico triclinio, ma sotto una spada minacciosa.
Subito Damocle ebbe l'immagine autentica della vita dei principi: come la spada incombe su Damocle, così sui tiranni incombono molti pericoli. Infatti i tiranni non sono mai felici, ma temono sempre con ansia i complotti.
Allora la tavola, i cibi delicati e i bei vasi non furono più guardati con grande desiderio da Damocle; per la sua felicità desiderò soltanto una vita povera, ma libera e sicura.