Il poeta: un dono degli dei
A summis eruditisque hominibus accepimus poetam natura...
Dagli uomini sommi ed eruditi abbiamo appreso che il poeta vale grazie alla stessa predisposizione naturale e le menti vengono sollecitate da impeti, e per così dire sono animate da uno spirito divino.
Per tale motivazione a giusta ragione quel nostro Ennio definisce i poeti sacri, perché ci sono stati affidati come se fossero un certo dono e regalo degli dèi. Sia dunque, giudici, sacro presso di voi questo appellativo di poeta, che nessuna barbaria violò mai. I sassi e i deserti rispondono alla voce del poeta, le bestie spesso immani si piegano e si fermano grazie al canto del poeta: noi non siamo commossi dalla voce dei poeti?
I Colofoni affermano che Omero era un loro cittadino, gli abitanti di Chio lo rivendicano come proprio, gli abitanti di Salamina lo esigono, gli Smirnei in verità attestano che appartiene a loro, e così consacrarono anche un santuario nella loro città: parecchi altri inoltre sono in rivalità tra loro e se lo contendono.
dunque quelli, dato che fu un poeta, dopo la morte rivendicarono lo straniero (anche se non apparteneva a loro): noi ripudiamo costui che è vivo, che è nostro sia per volontà che per leggi? Un tempo Archia offrì ogni zelo ed ogni ingegno alla lode del popolo romano.
(By Maria D. )
Versione tratta da Cicerone