L'Eneide di Virgilio - L'amore tremendo di Didone
Dido regina saucia iam gravi Amoris cura alit...
La regina Didone ferita ormai da un grave mal d'amore alimentò la ferita e fu distrutta dal cieco fuoco: l'elevata virtù dell'uomo e il grande onore della stirpe troiana le ritornò ripetutamente nell'animo e fecero in modo che la regina si tormentasse.
Didone invocava la sorella Anna per informarla in merito al suo amore e diceva di pensare che enea fosse stato generato dagli dèi Didone diceva alla sorella anna che sarebbe stata soddisfatta di non unirsi in un vincolo matrimoniale perché era la regina e perché aveva giurato che non avrebbe amato alcun uomo dopo Sicheo ma aggiunse: "Riconosco le orme dell'antica fiamma" Didone disse alla sorella Anna che non avrebbe infranto la fiducia di Sicheo per amore di Enea e aggiunse che occorreva che la sorella obbedisse alla grande Dea Venere. Anna persuase Didone con tali parole a tal punto da accettare l'amore di Enea. Anna infiammò l'animo innamorato di Didone gli diede speranza e sciolse il pudore, l'infelice Didone s'infiammò errò furente per tutta la città come una cerva scagliata la freccia per la selva.
Didone fece riti sacri agli dèi a tal punto che gli dèi portarono Enea all'amore (fecero innamorare Enea). Mentre Didone conduceva Enea in mezzo alle mura della nuova città e mostrava la potenza di Sidone, Giunone regina degli dèi e Venere madre di Enea si preoccuparono che Didone ed Enea da due costituissero un sol regno e Giunone promise a Venere che Didone avrebbe sposato Enea. Quando Aurora sorgendo lasciò l'oceano, Enea e Didone con i compagni giunsero dalla città nella selva per prendere cervi e cinghiali. Mentre catturavano le fiere, per ordine di Giunone il cielo cominciò ad essere sconvolto da un gran mormorio ed una nuvola e la grandine li catturarono.
Gli alleati di Tiro e la gioventù troiana riversata nelle abitazioni si diressero per i campi e chiesero che i contadini li accogliessero. i fiumi precipitarono sui monti. Didone ed il condottiero troiano giunsero alla stessa spelonca per difendersi. La madre terra e Giunone protettrice dei matrimoni diedero il segnale: rifulsero le fiamme e l'aria con i connubi e le ninfe ulularono dalla sommità del monte. Quel giorno fu per primo causa di morte e disgrazie: l'infelice Didone ottenne che Enea l'amasse e non lo definì furtivo amore ma amore coniugale coprendo sotto questo nome la colpa.
(By Maria D.)