La morte di due fratelli
Rursus his resistentibus sua consuetudine ad pedes desiluerunt subfossisque equis compluribusque nostris ...incitato equo se hostibus obtulit atque item interfectus est.
Poichè questi ancora resistevano, secondo la tattica di combattimento abituale smontarono a terra e, dopo aver colpito sotto il ventre i cavalli e aver disarcionato molti dei nostri, costrinsero in fuga gli altri che restavano e spaventandoli a tal punto che non desistettero dalla fuga prima di arrivare in vista del nostro esercito. In quella battaglia furono uccisi settantaquattro dei nostri cavalieri, fra loro un uomo molto coraggioso Pisone Aquitano, nato da illustre stirpe, il cui nonno era stato re della sua nazione, salutato come amico dal nostro senato.
Pisone, portando aiuto al fratello tagliato fuori dai nemici, lo sottrasse dal pericolo, poi lui stesso, gettato giù dal cavallo ferito, resistette molto valorosamente finché potè;
poiché, accerchiato, ricevute molte ferite, era caduto e il fratello, che ormai si era allontanato dalla battaglia, l'aveva visto da lontano, costui, spronato il cavallo, si oppose ai nemici e anche lui fu ucciso.