Cicero Tironi suo salutem plurimam dicit. Ante diem V Kalendas Decembres servus Cnumero Plancii Brundisii ...
CICERONE SALUTA SENTITAMENTE IL SUO AMICO TIRONE. Il 27 Dicembre, lo schiavo di Gneo Plancio, a Brindisi, mi ha finalmente consegnato la tua attesissima lettera, consegnata alle Idi di Novembre, la quale mi ha molto sollevato dal tormento.
Magari mi avesse sollevato del tutto! Ma, tuttavia, il medico Asclapone conferma che presto starai bene. Ora ti esorto a far uso di tutta la diligenza per guarire.
Conosco la tua saggezza, la tua moderazione, il tuo affetto nei miei confronti. So che farai di tutto per essere con noi il prima possibile; ma, tuttavia, vorrei che non ti affrettassi. Per il resto vorrei pregarti di questo, e scongiurarti di non navigare sconsideratamente (i marinai sono soliti affrettarsi per il lucro).
Sii cauto, o mio Tirone: a te si oppone un mare grande e pericoloso, pertanto hai bisogno di grandissima prudenza. Ti saluto e sta' bene.