Cydnus est flumen memorabile non spatio aquarum sed liquore, e fontibus digreditur et leni tractu labitur ...
Il Cidno è un fiume straordinario, non per l'estensione delle acque, ma per la limpidezza.
Si allontana dalle sorgenti e scorre con un flusso tranquillo. In esso non si immettono torrenti dai quali il tranquillo corso (del fiume) venga agitato. Pertanto, lo stesso, si getta inalterato e freddissimo nel mare e, le sue rive, piene di molti alberi, offrono ombra e piacevolezza. La vecchiaia, in quel luogo, aveva rovinato numerosi monumenti che sono stati resi noti dai carmi. Alessandro ammirava i luoghi delle città, la grotta di Tifone, il bosco Coricio, dove nasce lo zafferano.
Alessandro in persona, dopo che ebbe contemplato la posizione dei luoghi, si meravigliò di quella sua felicità. Poiché era estate, e (poiché era) un'ora caldissima del giorno, il re era cosparso di polvere e di sudore, e, da quella trasparenza del fiume, era alettato ad immergere il corpo accaldato. Perciò, dalla riva, scese in quel fiume. Ma, appena entrò nell'acqua, tutto il corpo fu privo del calore vitale, e il re per poco non moriva. I suoi servi, con la mano, (lo) afferrano e accompagnano lo stesso, non abbastanza presente di mente, nella tenda.
Nell'accampamento c'era una grande apprensione, e già quasi il lutto. Tutti piangevano, e si lamentavano che, in un così grande slancio e corso degli avvenimenti, proprio il re, il più celebre di ogni epoca e ricordo, non fosse per lo meno morto in battaglia, e neppure abbattuto da un nemico, ma fosse morto per l'acqua di un fiume.