Erat Sertorio cerva candida eximiae pulchritudinis quae ei magno usui fuit ut obsequientiores ...
Sertorio aveva una cerva bianca di straordinaria bellezza, che gli fu di grande utilità per avere soldati più obbedienti.
Raccontano che Sertorio aveva abituato la cerva ad ascoltarlo quando la chiamava e a seguirlo quando camminava. Disse a tutti che essa era un dono di Diana, (e disse che) era consigliato da lei su ciò che doveva fare. Mentre dava ordini piuttosto duramente, ripeteva di essere stato consigliato dalla cerva, e, immediatamente, i soldati, ossequiosi, ubbidivano.
Durante una incursione dei nemici, la cerva si perse, e si credé che fosse morta; Sertorio sopportò ciò duramente. Tuttavia, dopo molti giorni, essa fu ritrovata da un soldato. Sertorio ordinò di tacere a colui che annunciava ciò, e (ordinò) che la cerva fosse portata immediatamente nel luogo dove egli amministrava la giustizia. Egli, dopo essere avanzato in pubblico con il volto sereno, disse che gli era apparsa nel sonno la cerva, la quale era morta, e ora ritornava da lui.
Allora, secondo il patto, da un luogo nascosto fu fatta uscire la cerva, la quale, dopo aver visto Sertorio, con un allegro balzo arrivò alla tribuna, e con il muso leccò la mano destra del generale che stava seduto: per cui esplose un'ovazione, e si manifestò l'ammirazione di tutti.