Hoc mi Lucili noli neglegere quod deorum immortalium munus est quod ...
Non trascurare questa cosa, oh mio Lucilio, che il fatto che noi viviamo è un dono degli dèi immortali, e il fatto che noi viviamo correttamente è un dono della filosofia.
Dunque a quest'ultima noi dobbiamo più che agli dèi, nella stessa maniera in cui una buona vita è una concessione maggiore della vita (pura e semplice). Proprio gli dèi ci concessero la filosofia, e non diedero a nessuno la conoscenza di essa, ma diedero a tutti la capacità di conoscerla. Gli dèi infatti non resero la filosofia un bene comune, e noi non nasciamo saggi, perciò la saggezza ha dentro di sé un grandissimo pregio, il fatto che non rientra tra i beni assegnati dalla sorte.
Ora, infatti, in essa c'è questo aspetto prezioso e magnifico, il fatto che non tocca in sorte per caso, che ciascuno se la deve procurare da sé, il fatto che essanon sipuò chiedere ad un altro. Il compito di questa disciplina è uno solo: scoprire la verità riguardo alle cose umane e divine.
Da essa non si allontaneranno mai la religione, la devozione, la giustizia e l'insieme di tutti gli altri valori della tradizione collegati tra loro. La filosofia ha insegnato a rispettare le cose divine, ad apprezzare le cose umane, e che il potere si trova tra gli dèi, mentre tra gli uomini si trova una società.